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giovedì 3 agosto 2023

03 agosto - “Me ne lavo le mani!”

Pilato… vedendo che non otteneva nulla, ma che si sollevava un tumulto, prese dell’acqua e si lavò le mani in presenza della folla, dicendo: “Io sono innocente di questo sangue”.

Matteo 27:24

 

“Me ne lavo le mani!”

 

Quest’espressione ha a che fare con la crocifissione di Gesù Cristo. Accusato dai Suoi compatrioti, Gesù compare davanti a Ponzio Pilato, il governatore romano della Giudea. Pilato è persuaso dell’innocenza dell’accusato, ma a motivo della folla che reclama a gran voce la Sua morte, abbandona Gesù all’odio dei Suoi accusatori. Poi, davanti a tutti, si lava le mani, per dimostrare di non essere responsabile in quella questione.

Il comportamento del governatore vi pare leggero o piuttosto astuto? In ogni caso, il suo ruolo nella condanna a morte di Gesù non può essere cancellato da quel gesto, e un giorno dovrà rendere conto a Dio di aver mandato al supplizio l’unico uomo innocente.

Ma, attenzione: tutti noi possiamo essere tacciati di leggerezza se rimaniamo indifferenti di fronte a questo fatto. Circa duemila anni fa Gesù Cristo è stato crocifisso, e dopo tre giorni è risuscitato. La Sua vita perfetta e pura, la Sua devozione senza limite per rivelare l’amore di Dio, i Suoi numerosi miracoli avevano provato che era Figlio di Dio. Ma ha subito ogni cosa volontariamente perché voleva riconciliarci con Dio. Egli si è fatto responsabile dei peccati di tutti quelli che glieli confessano e ne ha subito il castigo. Ha accettato di morire per darci la vita eterna.

Chi oserebbe dire che non gli riguarda e che la morte di Gesù poco gli importa? Tutti noi siamo implicati nella crocifissione di Gesù. Chi “se ne lava le mani” deve sapere che “l’ira di Dio rimane su di lui” (Giovanni 3:36).