Gesù si trovava in un certo luogo a pregare, e quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: “Signore, insegnaci a pregare”.
Luca 11:1
Siate sempre gioiosi; non
cessate mai di pregare; in ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà
di Dio in Cristo Gesù verso di voi.
1
Tessalonicesi 5:16-18
La preghiera,
una relazione permanente
Gesù sta pregando. I discepoli
l’osservano, poi gli dicono: “Signore, insegnaci a pregare”. Come risposta, il
Signore dà loro un esempio di preghiera, chiamato il “Padre nostro”. Fin dalle
prime parole, la preghiera riconosce Dio come Padre, colui che ci ha dato la
vita e che ha cura di noi. Poi viene il desiderio che Egli abbia un posto
d’onore al di sopra di tutto, nei nostri pensieri e nel nostro cuore: “Sia
santificato il tuo nome”. Le richieste vengono dopo; questo ci insegna che la
preghiera non è soltanto esporre a Dio delle richieste, ma è piuttosto
l’espressione di una relazione personale con Dio.
La comunione con Dio ha due
sensi: noi parliamo a Lui, e Lui
parla a noi. Per ascoltarlo, il nostro cuore e il nostro spirito devono essere
predisposti all’ascolto. Egli ci parla
attraverso le Sacre Scritture, ma a volte anche attraverso le circostanze o
l’intervento di un’altra persona che Egli stesso ci manda… Dio è Spirito e noi
non possiamo percepirlo se non spiritualmente (1 Corinzi 2:14); aiutati dallo
Spirito Santo, noi capiamo qual è la volontà di Dio e possiamo esprimere delle
preghiere secondo questa volontà. Siamo pur certi che Dio conosce ogni nostro
pensiero e le aspettative e i bisogni del nostro cuore. Egli vuole che ogni
nostra meditazione si trasformi in lode, e ognuno dei nostri desideri in
preghiera.