L’esercizio fisico è utile a poca cosa, mentre la pietà è utile a ogni cosa, avendo la promessa della vita presente e di quella futura.
1 Timoteo
4:8
Il mercato
del benessere
Da qualche anno, il mondo si
dibatte in una crisi economica senza precedenti. Eppure, nei nostri paesi
occidentali, il mercato del “benessere fisico” non conosce crisi. Uomini e
donne fanno di tutto per curare il loro corpo e i professionisti di questo
settore moltiplicano le offerte. Il footing, ad esempio, ha conosciuto una vera
rivoluzione commerciale: scarpe adatte alla morfologia del piede, contapassi,
allenatori virtuali… niente è affidato al caso per spingere gli sportivi a
equipaggiarsi sempre meglio. I pubblicitari l’hanno capito bene: il benessere
non ha prezzo!
La Bibbia, come sempre, mette
ogni cosa al giusto posto. Paolo scrive: “Nessuno ha mai odiato la propria
persona, anzi la nutre e la cura teneramente” (Efesini 5:29). L’esercizio
fisico può essere utile perché permette di distendersi, e sovente influisce
positivamente sulla salute. Ma niente di più.
La “pietà”, invece, cioè una stretta e personale relazione con Dio,
è qualcosa che trasforma la nostra vita,
sulla terra e per l’eternità. Essa è utile a tutto ciò che è essenziale nella
nostra esistenza: il senso della vita, la pace interiore, le relazioni umane,
la gioia di saper amare, le certezze riguardo all’avvenire, la fiducia in Dio
anche nelle prove o nella povertà…
Allora, in un tempo in cui le
prospettive sono oscure e inquietanti, cosa dobbiamo mettere in testa alle
nostre priorità? L’esercizio fisico che è utile, sì, ma a poca cosa, o il
nostro rapporto con Dio che è utile a ogni cosa e che ha “la promessa della
vita presente e di quella futura”?