Gli si domanderà: “Che sono quelle ferite che hai nelle mani?” Egli risponderà: “Sono ferite che ho ricevuto nella casa dei miei amici”.
Zaccaria 13:6
Gesù… mostrò loro le mani e il costato. I
discepoli dunque, veduto il Signore, si rallegrarono.
Giovanni 20:19-20
Le ferite delle Sue
mani
Quattro secoli prima della venuta di Gesù
sulla terra, il profeta Zaccaria annunciò che un giorno sarebbe stato chiesto a
Cristo: “Che sono quelle ferite che hai nelle mani?” Questa profezia non si è
ancora compiuta. Nel corso dei duemila anni di predicazione del Vangelo, molti
Ebrei si sono convertiti al Signore Gesù e sono diventati cristiani; ma
l’avvenimento di cui parla questa profezia si realizzerà negli ultimi tempi
quando una parte degli Ebrei, fino ad allora increduli, prenderà finalmente
coscienza che il vero Messia era Gesù, quel Gesù che i loro antenati hanno
crocifisso. Con tristezza, allora, si renderanno conto di essere loro quegli
“amici” nella casa dei quali il Messia è stato ferito, e comprenderanno che
quelle cicatrici sono la prova dell’amore di Dio verso loro. Il Signore parlerà
ai loro cuori ed essi saranno spinti al pentimento e all’adorazione, e si
rallegreranno come i discepoli di Gesù quando hanno “veduto il Signore”.
Questo incontro col Suo popolo penitente
deve ancora avvenire; ma oggi, quando i
credenti si radunano attorno al Signore per celebrare il ricordo della Sua
morte, Egli è spiritualmente presente in mezzo a loro (Matteo 18:20), ed è
come se mostrasse le Sue mani e i Suoi piedi segnati dai chiodi. Egli presenta
loro il pane e il calice di vino in ricordo delle Sue sofferenze e della Sua
vita offerta in sacrificio per i loro peccati. Questo ci tocca profondamente e
ci spinge a ringraziarlo, ad adorarlo, a lodarlo. “Ogni volta che mangiate
questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore,
finché egli venga” (1 Corinzi 11:26).