Anche voi, come pietre viventi, siete edificati per formare una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo.
1 Pietro 2:5
La casa di Dio, ieri e oggi
Prima della venuta di Cristo, il popolo di
Israele aveva un tempio a Gerusalemme. Ognuno poteva andare in quel luogo di
preghiera e di adorazione per offrire degli animali in sacrificio a Dio e
ottenere il Suo favore. Quei sacrifici, che prefiguravano il sacrificio di
Cristo, non toglievano i peccati, anzi ricordavano che l’uomo è peccatore e che
non può stare alla presenza di Dio per merito proprio. Lì, nel cortile del
tempio, gli Israeliti andavano per offrire dei sacrifici, per rallegrarsi alla
Sua presenza e per ottenere il Suo perdono se avevano trasgredito qualche punto
della Sua legge.
Dalla venuta di Cristo tutto è cambiato.
Lui è il vero, unico e irripetibile sacrificio espiatorio grazie al quale Dio
può perdonare chi si riconosce peccatore e crede in Lui. Al posto del tempio
ora c’è un “edificio spirituale” costituito non da pietre inerti, ma da “pietre
viventi” che sono i credenti. Questa “casa spirituale” è la Chiesa della quale
Cristo è il fondamento.
Questa
casa è dunque “spirituale”, non materiale.
L’edificio dove i cristiani si ritrovano non ha alcun valore in sé; ciò che
conta è la presenza del Signore che ha promesso di trovarsi là dove i credenti
si riuniscono nel Suo Nome (Matteo
18:20). I veri credenti si trovano
insieme per pregare Dio e, come dice il versetto di oggi, per “offrire
sacrifici spirituali, graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo”. Dai loro cuori
sale la riconoscenza, la lode e l’adorazione per ciò che Egli è e per l’amore
che ha avuto per loro. Il credente non chiede di essere perdonato, ma ringrazia il Signore per il perdono che
ha ottenuto, una volta per tutte, quando ha creduto al sacrificio del suo
Salvatore.