“Certo, il SIGNORE ama i popoli; tutti i suoi santi sono nella tua mano. Essi si abbassano ai tuoi piedi e raccolgono le tue parole” (Deuteronomio 33:3)
Il popolo d’Israele si trova nelle pianure di Moab (Deuteronomio 1:1, 5). Dall’uscita dall’Egitto, Dio ha condotto con bontà e fedeltà questo popolo che aveva riscattato con la Sua potenza, “con mano potente e con braccio steso” (5:15). L’ha fatto uscire dal paese della schiavitù, ha camminato davanti a lui e lo ha guardato (32:10) fino all’ingresso di Canaan, il paese “dove scorrono il latte ed il miele” (6:3). L’Eterno si è ricordato del Suo patto e delle Sue parole dette ad Abraamo, Isacco, Giacobbe e Israele dicendo: “Ti darò il paese di Canaan come vostra eredità” (Salmo 105:8-11).
Ora siamo alla fine della traversata del deserto; il paese promesso è vicino, dall’altra riva del fiume Giordano e, prima di farle entrare in Canaan, Dio benedice le tribù del Suo popolo per mezzo del Suo servo Mosè. Alla vigilia della sua morte Mosè, uomo di Dio, che aveva condotto il popolo attraverso il deserto sostenuto dal “braccio glorioso” di Dio (Isaia 63:12), sta per indirizzare le sue ultime parole al popolo d’Israele (Deuteronomio 33:1).
Per noi credenti il viaggio nel deserto di questo mondo terminerà ben presto. Il Signore Gesù, fedele alla promessa della Sua Parola, sta per farci entrare nella casa del Padre (Giovanni 14:2-3). Israele stava entrando in Canaan per combattere e conquistare il paese, il credente invece, sta per entrare nel riposo nelle dimore che Cristo ha preparato per i Suoi nella casa del Padre. Prima che arrivi questo momento, il nostro Dio ci assicura la benedizione che desidera donarci. Il Suo popolo sarà l’oggetto costante delle Sue cure e della Sua protezione fino al termine del cammino.
L’ultimo atto di Mosè è quello di benedire il popolo d’Israele. L’ultimo atto del Signore Gesù prima di essere elevato al cielo, dopo che l’opera della croce era compiuta, è stato quello di elevare le mani al cielo e di benedire i Suoi. Questa benedizione produce in noi quello che ha prodotto nei Suoi discepoli: gioia, lode e la benedizione di Dio nella Sua assemblea (Luca 24:50-53).
Nell’introduzione (33:1-5) alla benedizione di Mosè sulle dodici tribù, desideriamo soffermarci un po’ su quello che leggiamo al versetto 3.
“Il SIGNORE ama i popoli”
Questo versetto inizia con l’affermazione: “Certo”, che conferma la bella dichiarazione dell’amore di Dio per i Suoi! Tutte le benedizioni scaturiscono dal cuore di Dio che è amore. “I popoli”, qui, sono, prima di tutto, le dodici tribù d’Israele, che stanno tutte per ricevere una benedizione particolare. All’inizio di questo libro l’Eterno aveva loro dichiarato: “il SIGNORE si è affezionato a voi e vi ha scelti, non perché foste più numerosi di tutti gli altri popoli, anzi siete meno numerosi di ogni altro popolo, ma perché il SIGNORE vi ama” (Deuteronomio 7:7-8). Egli voleva un popolo per Sé, separato dagli altri popoli della terra, che Gli appartenesse e che fosse l’oggetto del Suo amore.
Ma, nell’espressione: “i popoli”, scorgiamo anche qualcosa dell’estensione dell’amore di Dio. Il Suo amore è troppo grande per limitarlo al Suo popolo Israele che erediterà le grandi benedizioni terrestri; esso si estende ad ogni tribù, lingua, popolo e nazione che sono su tutta la terra. Cristo li ha comprati a Dio a prezzo del Suo sangue versato alla croce (Apocalisse 5:9). Così, i “rami” della benedizione di Dio “si stendono sopra il muro” (Genesi 49:22) per portare del frutto alla gloria di Dio per mezzo di Cristo tra tutti i popoli della terra ed alla conoscenza del Suo amore e la Sua salvezza.
Le tre proposizioni che seguono scaturiscono dalla prima. Dio spande sui Suoi la benedizione, fornisce loro protezione e li fa avvicinare a Sé. Tutto questo proviene dal Suo grande amore di cui ci ama.
“Tutti i suoi santi sono nella tua mano”
Nessuno di coloro che Gli appartengono sono esclusi dalla protezione divina, nessuno è messo da parte; sono i Suoi santi, Gli sono cari perché sono un popolo separato per Lui: “Io sono il SIGNORE vostro Dio, che vi ha separati dagli altri popoli … Mi sarete santi, poiché io, il SIGNORE, sono santo e vi ho separati dagli altri popoli perché foste miei” (Levitico 20:24, 26). Messi a parte per Dio e santificati per mezzo dell’opera di Cristo, è questa la nostra posizione attuale sulla terra.
Dio, invita tutti coloro che son santificati a mantenere una santità pratica: “ma come colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la vostra condotta” (1 Pietro 1:15 – cfr. Levitico 11:44; 19:2). Quello che era vero per il popolo d’Israele sotto la legge lo è anche per il popolo celeste che è sotto la grazia.
I Santi di Dio si trovano in una posizione particolarmente felice e benedetta: si trovano nella Sua mano.
Nel palmo della potente mano di Dio che raccoglie il vento e misura le acque (Proverbi 30:4; Isaia 40:12), i santi sono in una posizione di sicurezza e di protezione; realizzano che “Il SIGNORE è colui che ti protegge … ti preserverà da ogni male; egli proteggerà l'anima tua” (Salmo 121:5, 7). Il Signore Gesù stesso ha detto, parlando delle Sue pecore: “Nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti; e nessuno può rapirle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo uno” (Giovanni 10:28-30).
La mano del Signore è una mano che guarisce, sostiene, aiuta e fortifica (Giobbe 5:18 – Daniele 10:10).
La “mano potente” di Dio che ha fatto uscire il popolo dall’Egitto non è diventata “troppo corta” nel corso degli anni da non potere riscattare e liberare i santi ancora oggi (Isaia 59:1). La Sua potenza si esercita sempre in favore di coloro che Egli ama. È il Dio che “ci ha liberati e ci libererà da un così gran pericolo di morte, e abbiamo la speranza che ci libererà ancora” (2 Corinzi 1:10).
“Essi si abbassano ai tuoi piedi”
“Quanto sono belli, sui monti, i piedi del messaggero di buone notizie, che annuncia la pace, che è araldo di notizie liete, che annuncia la salvezza”, dice il profeta (Isaia 52:7). Il popolo di Dio ha potuto vedere Colui i cui piedi hanno calcato la terra d’Israele passando andando “dappertutto facendo del bene e guarendo tutti quelli che erano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui” (Atti 10:38).
È ai piedi del Signore Gesù che sono andati coloro che erano coscienti dei loro bisogni e del fatto che si trovavano davanti a Colui che era il solo che poteva rispondervi, o che hanno preso questo posto per renderGli omaggio, essendo stati liberati e guariti dalla terribile malattia del peccato.
C’è sempre posto ai piedi del Signore ed in ogni momento; è la “buona parte” per tutti i Suoi santi (Luca 10:39). Là, vicino a Lui, troviamo nella Sua comunione, il conforto, gli incoraggiamenti, le consolazioni di cui abbiamo bisogno per attraversare questo mondo. Vi gustiamo la grazia, impariamo a conoscere la Sua volontà e a discernere i Suoi pensieri.
“Raccolgono le tue parole”
Quando ci manteniamo ai piedi del Signore, riceviamo le parole di cui abbiamo bisogno per camminare in questo mondo. Siamo là in una posizione di dipendenza e di attesa ma, quando ci alziamo da questa posizione benedetta, siamo in grado di mettere in pratica le Sue parole. In quel momento saremo “ricolmi della profonda conoscenza della volontà di Dio con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché camminiate in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa” (Colossesi 1:9-10). Vi deve essere, nel cuore dei santi, il desiderio di stare ai Suoi piedi, in silenzio, con lo scopo di ascoltare ed accettare le Sue parole d’insegnamento e d’istruzione che sono la loro guida nel cammino: “Io ti istruirò e ti insegnerò la via per la quale devi camminare” (Salmo 32:8). Ogni riscattato del Signore può dire: “Il SIGNORE è la mia parte; … osservare le tue parole” (Salmo 119:57). È una parte felice e benedetta!
Il Signore Gesù dice che ha dato ai Suoi discepoli le parole che venivano dal Padre: “le parole che tu mi hai date le ho date a loro; ed essi le hanno ricevute …”. Per mezzo di queste parole sono stati colmati di conoscenza e di certezza riguardo la Persona del Figlio di Dio “… e hanno veramente conosciuto che io sono proceduto da te, e hanno creduto che tu mi hai mandato” (Giovanni 17:8). Se realizziamo un po’ di quello che scaturisce da queste parole, avremo il profondo desiderio di riceverle nei nostri cuori e produrranno in noi lo stesso effetto prodotto nei discepoli. Cresceremo nella conoscenza del nostro Salvatore e Signore Gesù Cristo (1 Pietro 3:18).
Il Signore Gesù, ai Suoi discepoli, aveva anche detto: “Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto” (Giovanni 15:7). Se noi riceviamo le parole del Signore, esse penetreranno in noi e impregneranno i nostri cuori ed i nostri pensieri. Allora sapremo chiedere come si conviene, in accordo con la Sua volontà ed avremo le risposte alle nostre preghiere.
Perciò, restiamo ai Suoi piedi con i nostri orecchi, le nostre coscienze ed i nostri cuori aperti per ricevere quello che ha da dirci. Le Sue parole ci insegnano, ci incoraggiano, ci consolano e ci sostengono nel nostro cammino sulla terra. Ben presto, udremo la Sua voce conosciuta chiamarci presso di Sé nel cielo dove saremo eternamente alla Sua presenza.