La Sua mansuetudine
“Io ho presentato il mio dorso a chi mi percuoteva, e le mie guance a chi mi strappava la barba; io non ho nascosto il mio volto agli insulti e agli sputi” Isaia 50:6.
“Alcuni cominciarono a sputargli addosso, a coprirgli la faccia, a dargli dei pugni e a dirgli: Indovina! E le guardie si misero a schiaffeggiarlo” Marco 14:65.
“…una delle guardie che gli stava vicino dette uno schiaffo a Gesù…Gesù gli rispose se ho parlato male dimostra il male che ho detto; ma se ho parlato bene perché mi percuoti?” Giovanni 18:22-23
Guardando il volto del Signore, vediamo un viso maltrattato, percosso, umiliato.
Vediamo un volto coperto e oggetto di scherno.
Il Creatore dei cieli e della terra fatto uomo, preso a schiaffi dalla sua creatura.
Non vi è reazione scomposta, non vi è una parola di replica e neanche una invocazione di giudizio verso i suoi schernitori. Soltanto parole che volevano indurre l’uomo alla riflessione: “se ho parlato male dimostra il male che ho detto; ma se ho parlato bene perché mi percuoti?”
Incontriamo lo sguardo di Colui che soffre, sopporta e perdona. Lo vediamo “come colui che maltrattato si lasciò umiliare e non aprì la bocca, come l’agnello condotto allo scannatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non aprì la bocca” Isaia 53:7.
Tutto questo ci parla di mansuetudine di mitezza, di qualcuno che non rivendica i propri diritti. Avrebbe potuto chiedere l’intervento “di più di dodici legioni di angeli” (Matteo 26:53) non lo ha fatto.
Contempliamo questo volto oggetto di sputi, pugni, maltrattamenti. Scorgiamo in maniera distinta l’amore per il Padre, che lo spingeva a dare se stesso nella consapevolezza del valore dell’opera che stava per compiere. Vediamo tutta la grazia nei confronti di una creatura che lo respingeva. Queste immagini ci rivelano la grandezza e la gloria della Sua persona e fanno traboccare il cuore di riconoscenza e adorazione. Oltre a questo ricordiamoci che ha sofferto per noi lasciandoci un esempio affinché seguiamo le sue orme lui che oltraggiato non rendeva gli oltraggi, che soffrendo non minacciava (2 Pietro 2:21,23). Quanto siamo lontani da queste orme se pensiamo alla nostra suscettibilità, alla nostra irritabilità, al nostro ego, quando riceviamo un’offesa, un torto. Guardiamo a Lui, a Colui che non ha nascosto il suo volto “agli insulti e agli sputi”.