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mercoledì 18 dicembre 2024

Il paralitico che porta il suo lettuccio

Nei due primi capitoli del suo vangelo, Marco descrive tre caratteristici miracoli del Signore i quali, per la loro successione, corrispondono ai diversi bisogni dell'uomo.

- Primo miracolo: scaccia uno spirito immondo, liberando così l'uomo dalla potenza di Satana.

- Secondo miracolo: guarisce un lebbroso. La lebbra, come sappiamo, è la figura del peccato, dello stato naturale dell'uomo. Il peccato che macchia dentro e fuori.

- Terzo miracolo: la guarigione d'un paralitico; il racconto ci dimostra l'impotenza totale dell'uomo. E' proprio a noi, totalmente impotenti, che la grazia di Dio è rivolta, poiché siamo noi che ne abbiamo bisogno.

Quello che ha attirato la misericordia di Dio verso la vedova di Sarepta, era proprio la sua povertà e la sua miseria. Ancora oggi è in cuori afflitti e solitari che Dio desidera abitare.

Cristo cosa trova in noi di attraente? Abbiamo forse delle belle e nobili qualità? No. E' soltanto la nostra povertà e la miseria spirituale che lo ha fatto venire fino a noi, ed è la stessa miseria che ha spinti verso di Lui, come la donna Cananea (Matteo 15:22). Il paralitico era così impotente che non poteva andare da Gesù, e quando qualcuno cercava di aiutarlo la folla lo ostacolava. Ma nulla può fermare la vera fede; essa tende al suo scopo e non si lascia scoraggiare da alcun ostacolo. Il paralitico è così calato nella camera dove c'era il Signore, da un'apertura fatta nel tetto.

Il Signore sembra non far caso alla malattia di quell'uomo impotente che gli è messo davanti. Gli dice: "Figliuolo, i tuoi peccati ti sono rimessi". Il suo sguardo non è rivolto sulla paralisi; esso penetra ben più profondamente, arrivando al vero problema, a quello è era la causa stessa di tutte le malattie dell'umanità: il peccato.

Quando Gesù ha compiuto l'opera della nostra salvezza sul Golgota, ha tolto per sempre i peccati di coloro che credono in Lui. Il perdono di Dio comunica loro una nuova forza. La grazia cambia la debolezza in forza, può trasformare un uomo avaro in uno generoso, uno orgoglioso in uno umile, un violento nell'uomo più dolce e mansueto che ci sia. Il Figlio dell'uomo, glorificato alla destra di Dio, vuole darci la forza di glorificarlo sulla terra, anche se tutto ciò che ci sta intorno cerca di impedirlo. Qualcuno dirà: Ma io sono ancora in questo corpo dove la carne abita. E' vero, ma ricordiamoci che le nostre membra, con le quali servivamo il peccato, sono ora diventati strumenti di giustizia alla gloria di Dio.

Camminando semplicemente col Signore, lasciandoci lavorare dalla sua Parola e dirigere dallo Spirito Santo, avremo il discernimento per riconoscere i pericoli e sapremo opporci alle tentazioni.

La storia di un credente che cammina con Dio, è come quella di un paralitico guarito che ha imparato a "togliere il proprio lettuccio" (Marco 2:12). Più l'uomo nuovo si fortifica più realizza che la sua vecchia natura è crocifissa con Cristo; così non sta più coricato sul suo lettuccio di paralitico, ma lo prende in mano e lo porta via.

Abbiamo molti esempi di credenti che sono stati fortificati proprio dove la loro natura era più debole. Pensiamo a Pietro, carattere impetuoso, che confidava nella sua propria forza ed era sempre il primo in ogni cosa; è poi diventato essere un modello di umiltà per il gregge del Signore e un aiuto per i suoi fratelli più deboli.

Sappiamo tutti che uomo astuto era Giacobbe; pensava soltanto al suo proprio interesse e seguiva il cammino della sua volontà. Ma alla fine della sua vita, lo troviamo appoggiato alla sommità del sul suo bastone in atteggiamento di adoratore, occupato dell'Eterno e della sua grazia che lo aveva guidato del corso della sua lunga e tribolata esistenza. La grazia l'aveva ormai completamente trasformato. In lui tutto era capovolto: aveva imparato a portare il suo lettuccio. L'apostolo Paolo poteva dire: "Per me vivere è Cristo" La potenza di Dio aveva fatto di lui un uomo tutto nuovo.

Dio non fa di un peccatore un uomo buono, ma manifesta Cristo in Lui; crea qualcosa di totalmente nuovo e risveglia nel credente il desiderio che Cristo sia magnificato nel suo corpo (Filippesi 1: 20). Benché la carne che è ancora in me sia come un ramo di spine selvatiche, sono chiamato a spandere attorno a me il profumo di un fiore.

Il Signore vuole, nella sua grazia, farci comprendere che il sangue di Cristo ci ha lavato da tutto ciò che ci teneva lontano da Dio, e abbiamo ora a nostra disposizione la forza divina che ci permette di portare il nostro lettuccio, come il paralitico; e Dio trova ora la sua soddisfazione in noi come uomini in Cristo,  Notiamo anche che il paralitico doveva portare il suo lettuccio fino a casa sua, perché è proprio di là che doveva iniziare la sua testimonianza (Marco 2:12).