Seguici anche su Facebook!

Seguici anche su Facebook! Unisciti al Gruppo cliccando su:
https://www.facebook.com/groups/287768858057968/

venerdì 6 dicembre 2024

Gente di poca fede

Nella Parola di Dio il termine fede può assumere diversi  significati. Talvolta con esso si identifica il canale attraverso il quale l’uomo peccatore riceve la grazia che Dio gli offre : “… è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi è il dono di Dio” Efesini 2:8. La fede può inoltre essere intesa come l’insieme delle verità della dottrina cristiana. Giuda nella sua lettera esorta “…a combattere strenuamente per  la fede, che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre” Giuda v. 3. Vi è poi un terzo significato che si riferisce in particolare al concetto di fiducia in Dio, alla sua capacità di proteggere, di guidare, di provvedere ai bisogni dei suoi.  La fede secondo questa accezione del termine implica un continuo esercizio: è la realtà di un’anima che rimette ogni cosa a Dio e si abbandona completamente con fiducia nelle Sue mani.

Considerando questo aspetto possiamo riflettere sul fatto che la mancanza di fede è causa di problemi, difficoltà, mancanza di pace e di gioia nella nostra vita di credenti. 

Nell’evangelo di Matteo nei quali il Signore Gesù si trova di fronte a casi, situazioni nei quali è stata manifestata poca fede.  

II Signore  Gesù parlando delle preoccupazioni o sollecitudini ansiose evidenziando come Dio riveste l’erba dei campi dice parlando del Padre Celeste: “Non farà molto di più per voi o gente di poca fede? “. L’invito a non stare in ansia per quello che mangeremo, berremo o vestiremo. Quanto spesso ci capita di preoccuparci per il nostro futuro per le cose materiali, anche se fino ad ora abbiamo avuto anche il superfluo. Molte volte ci sono dei problemi reali, concreti anche gravi, in alcune circostanze però può accadere che le preoccupazioni e le ansie siano alimentate e ingigantite da scenari futuri negativi che creiamo con la nostra mente. Tutto questo fa scaturire uno stato di malessere interiore, perdiamo la pace e la gioia nel Signore che dovrebbe caratterizzare  la nostra vita di credenti.  Il Signore dice: “Basta a ciascun giorno il suo affanno”. E l’invito che fa è “Cercate prima il regno e la giustizia di Dio e tutte queste cose vi saranno date in più”. Sicuramente gli scenari di questi ultimi tempi con pandemie, morte, crisi economica, perdita del lavoro per alcuni, guerre, crisi politiche, incertezza per il futuro, ecc... possono far sorgere pensieri ansie nei nostri cuori. Ci stiamo rendendo conto che il benessere materiale non è poi così scontato. Forse ci dovremmo anche chiedere se in tutti questi anni, la nostra fiducia è stata riposta nei nostri risparmi, nei nostri beni “nell’incertezza delle ricchezze” o in Dio? Dovremmo proseguire il nostro cammino sapendo che il Dio che si prende cura degli uccelli del cielo e che riveste i gigli della campagna è lo stesso Dio che è pienamente capace di provvedere ai nostri bisogni materiali, primari. Se considerassimo che essere in ansia per noi per il nostro futuro, disonora Dio nei suoi attributi di amore, onnipotenza, onniscienza, fedeltà, evidenziando quindi poca fede, quanto rifuggiremmo da questi pensieri e stati d’ansia che possono caratterizzare la nostra esistenza. . Poco tempo fa ho letto una frase molto forte di un noto predicatore inglese del Settecento, che mi  ha fatto comprendere maggiormente la gravità degli stati di ansia nella vita dei credenti. Il concetto espresso era questo: “Le sollecitudini ansiose sono una forma di incredulità, una sorta di ateismo pratico”. Allora riposiamoci sul Signore, confidiamo nelle sue promesse “…gettando su di Lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi” 1 Pietro 5:7.