Uno dei soldati gli forò il costato con una lancia, e subito ne uscì sangue e acqua.
Giovanni
19:34
Il sangue di Gesù, suo
Figlio, ci purifica da ogni peccato.
1 Giovanni 1:7
Poco prima del processo e della crocifissione, il Signore Gesù ha istituito una “Cena” in ricordo di Lui, con del pane e del vino. E ha spiegato ai discepoli il significato del pane, figura del Suo corpo dato in sacrificio, e del vino, dicendo: “Questo è il mio sangue... il quale è sparso per molti per il perdono dei peccati” (Matteo 26:28), cioè perché i peccati siano perdonati e tolti. Egli ha lasciato così un segno concreto, tangibile della Sua morte, un ricordo del Suo sacrificio d’amore.
Nei tempi
antichi, il servizio religioso degli Israeliti prevedeva l’offerta di molti
animali. Ma con l’avvento di Cristo quel tipo di culto ha preso fine. La Lettera
agli Ebrei ci spiega che in quei sacrifici veniva “rinnovato ogni anno il ricordo dei peccati;
perché è impossibile che il sangue di tori e di capri tolga i peccati” (Ebrei
10:3-4). Quei sacrifici valevano per quel momento, in un certo senso
“coprivano” i peccati, ma non li eliminavano per sempre. Essi preannunciavano il
sacrificio perfetto di Gesù Cristo che cancella i peccati per sempre e che è il
fondamento della nostra salvezza eterna. Senza l’effusione di quel sangue non
c’è perdono possibile!
Gli apostoli Pietro e Paolo
insistono molto sul fatto che la salvezza dipende dal sangue di Gesù Cristo,
dalla Sua morte. “Non... con argento o con oro, siete stati riscattati..., ma
con il prezioso sangue di Cristo” (1 Pietro 1:18-19). In Cristo, e soltanto in
Lui, chiunque crede ha “la redenzione
mediante il suo sangue, il perdono dei peccati” (Efesini 1:7; Romani 5:9).