“Il SIGNORE disse ad Abramo: Va' via dal tuo paese, dai tuoi parenti e dalla casa di tuo padre, e va' nel paese che io ti mostrerò... Abramo partì, come il SIGNORE gli aveva detto, e Lot andò con lui. Abramo aveva settantacinque anni quando partì da Caran” Genesi 12:1,4.
La fede non nasce al tavolo delle trattative dove cerchiamo di trovare un compromesso con Dio. La fede non è una ricompensa per il più bravo. Non è un premio per il più disciplinato. Non è un titolo assegnato al più religioso.
“Or senza fede è impossibile piacergli” Ebrei 11:6.
La fede non si mette a rivaleggiare con il buon senso. Il buon senso non è fede e la fede non è buon senso; fra i due c'è un rapporto analogo a quello esistente tra naturale e spirituale, tra impulso e ispirazione. Nulla di tutto ciò che il Signore Gesù ha promesso ai suoi rientra nel campo del buon senso ma approda a sponde che il buon senso non può raggiungere. La fede è un principio incredibilmente attivo che pone sempre Cristo al primo posto.
“Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono” Ebrei 11:1.
Il nostro mondo cristianizzato attribuisce al termine “fede” un carattere di incertezza. Così si rende necessario confrontarsi con la definizione biblica della “fede” per essere sicuri di aver ben capito il messaggio evangelico. Ciò è importante perché significa evitare idee confuse e indefinite sulla “fede” scambiandola per un sentimentalismo entusiastico e soggettivo.
Questo versetto ci descrive ciò che la fede fa per noi. Essa rende le cose che si sperano così reali che è già come se fossero nostre e fornisce una dimostrazione inconfutabile del fatto che le benedizioni spirituali e invisibili del cristianesimo sono assolutamente certe e reali. In altre parole porta il futuro nel presente e rende visibile l'invisibile.
“Per fede comprendiamo” v.3.
Il mondo dice: “Vedere per credere”; Dio dice: “Credere per vedere”. Il Signore disse a Marta: “Non ti ho detto che se credi vedrai la gloria di Dio?” Giovanni 11:40.
