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mercoledì 5 febbraio 2025

I principi del radunamento cristiano (6)

1.1.7 Le sue preziose prerogative

Abbiamo parlato di funzioni e di doveri ma dobbiamo ora parlare dei privilegi. I santi dell’Antico Testamento non li conoscevano, in quanto era necessario che Cristo fosse glorificato affinché questo tesoro si aprisse. Essi non avevano parte né all’unico corpo, né all’unico Spirito, né all’unica speranza della vocazione (Efesini 4:4). Ora, «benedetto sia l’Iddio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo» (Efesini 1:3).

La Chiesa è stabilita affinché, godendo di queste benedizioni celesti, ne emani quaggiù lo splendore e il profumo, con una testimonianza collettiva che onori il suo Capo conosciuto e amato, autore della salvezza e unico centro del radunamento.

 

1.1.8 Risorse e mezzi

Per esercitare realmente queste prerogative e rendere questa testimonianza, la Chiesa quaggiù è provvista di ogni risorsa; come anche ogni singolo credente che non è lasciato a se stesso, per la grazia di Dio.

Queste risorse sono infinite e inesauribili. È tutta la infinita grazia di Dio. Riconoscere realmente l’autorità del Signore e sottomettervisi, lasciando agire liberamente lo Spirito Santo, la cui missione è di glorificare Gesù esaltato e ubbidire alla Parola: questo è tutto!

Cristo glorificato «dona» in grazia ciò che è necessario (Efesini 4:7), tutti i «ministeri» necessari per formare e nutrire la Chiesa (Efesini 4:8-16). Lo Spirito distribuisce con sapienza i vari servizi (1 Corinzi 12). Così è avvenuto in tutta la storia della Chiesa. Cristo mostrerà, per la sua gloria, quanto Egli sarà stato fedele occupandosi di colei che ha tanto amato.

Ma in opposizione all’azione divina si scatenano, purtroppo, tutte le offensive di Satana e del mondo, per disperdere, distruggere, alterare. Il credente è in continua lotta. Ma l’assemblea dispone, per preservarsi, di un’arma particolare: un’autorità speciale dovuta alla presenza del Signore è in mezzo a Lei.

Troviamo questo pensiero già in Matteo 18:17-20, con lo scopo di assicurare l’ordine e la pace tra i fratelli, i figli di Dio. La presenza del Signore in mezzo ai suoi è assicurata, in questi versetti, in rapporto alla preghiera dei due o tre, ma questa preghiera stessa è in rapporto col potere di «legare e sciogliere» in materia di relazioni fraterne. Lo scopo evidentemente è che i «fratelli dimorino insieme», fatto «buono e piacevole», sorgente di benedizione e testimonianza resa all’unità della famiglia di Dio.

Il potere conferito ad ogni assemblea è presentato in modo ampio e solenne in 1 Corinzi 5. Si deve togliere il vecchio lievito, il lievito del peccato, per essere una nuova pasta. In altri termini l’assemblea è tenuta a purificarsi dal male e deve esercitare una disciplina su chi lo commette (il «malvagio» 1 Corinzi 5:12) che può arrivare alla sua esclusione. Al pari di Matteo 18, l’autorità posta nell’assemblea è dovuta esclusivamente alla presenza del Signore (v. 4) e alla potenza del suo nome. Essa è esercitata da parte del Signore, nel nome del Signore, non come un tribunale umano, ma in vista del bene di tutti e particolarmente di colui che ha sbagliato (2 Corinzi 2:5-9).