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martedì 25 febbraio 2025

La Bibbia di che cosa parla (7)

6. La chiesa

6.1 Il suo fondamento

La Chiesa, o Assemblea (il termine Ecclesia in greco significa assemblea) è menzionata per la prima volta nell’evangelo di Matteo dove il Signore dice: «Su questa pietra io edificherò la mia Chiesa» (Matteo 16:18). Il Signore Gesù è dunque Egli stesso il costruttore. L’«edificio» fatto di «pietre viventi», che sono i credenti in Cristo, era ancora da costruire quando Pietro ha pronunciato quella bella dichiarazione: «Tu sei il Cristo, il figlio dell’Iddio vivente» (Matteo 16:16). Il solido fondamento su cui doveva poggiare la Chiesa era la verità detta dall’apostolo, ed egli stesso fu designato dal Signore per riunire i primi elementi di questa «costruzione» e stabilirli sul fondamento irremovibile, sulla «pietra» che è Gesù Cristo. Anche l’apostolo Paolo dice: «Secundo la grazia di Dio che m’è stata data, come savio architetto, ho posto il fondamento… Poiché nessuno può porre altro fondamento che quello già posto, cioè Gesù Cristo» (1 Corinzi 3:10-11).

Questo fondamento è stato insegnato agli apostoli, e posto da loro stessi, sia nelle parole del discorso di Pietro all’inizio degli Atti, sia nelle sue epistole e in quelle di Paolo. L’epistola agli Efesini, il cui soggetto è l’unione di Cristo e della Chiesa, dice: «Siete concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio, essendo stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare» (Efesini 2:19-20).

Così stabilita, fondata su Cristo e costruita da Lui, la Chiesa non è dunque un’organizzazione umana, ma un’opera divina.

 

6.2 Chi è membro della Chiesa?

All’inizio del libro degli Atti è detto che «il Signore aggiungeva alla chiesa ogni giorno coloro che erano salvati» (Atti 2:47 vers. Diodati). Anche se sono i membri dell’assemblea a predicare l’evangelo e ad annunciare Cristo alle anime, l’opera è poi tutta di Dio. I peccatori salvati per grazia sono aggiunti da Gesù Cristo stesso a quest’edificio in formazione, come tante «pietre viventi», secondo quanto leggiamo: «Anche voi, come pietre viventi, siete edificati qual casa spirituale» (1 Pietro 2:5). Non appena uno si pente dei suoi peccati e crede all’opera redentrice di Cristo, diventa parte integrante della casa di Dio, che è la Chiesa dell’Iddio vivente. Forse lo ignora, per mancanza d’insegnamento a questo riguardo, ma nondimeno è quello che il Signore ha voluto fare di lui.

Questo «edificio» è ancora in costruzione, ma è in via di compimento, poiché presto il Signore verrà a prendere con sé i suoi riscattati per riunirli tutti nella casa del Padre. Non ne sarà dimenticato alcuno; ma nessuno potrà far parte di questi beati se non ha risposto personalmente alla chiamata di grazia del Salvatore.

 

6.3 Chiesa e cristianità

Per l’opera di formazione della sua Chiesa il Signore Gesù impiega quelli che già ne fanno parte. Essi sono tanti «ambasciatori» mandati nel mondo per portare delle anime a Cristo; sono dei collaboratori di Dio, operai ai quali è affidata un’opera nella costruzione dell’edificio. Ma non appena si affida all’uomo una responsabilità, questi si dimostra incapace. Nelle chiese, fin dall’inizio, si sono introdotti dei falsi fratelli e anche dei falsi dottori. Così si è costituita la cristianità dove, accanto ai veri figli di Dio, membri della Chiesa di Cristo, c’è gente che di cristiano ha soltanto il nome. Questo insieme, poi, si è frazionato in gruppi, che rivendicano, ognuno, il titolo di chiesa: chiesa romana, ortodossa, luterana, calvinista, anglicana, ecc… Si è persino giunti al punto di dare il nome di chiesa ai locali in cui si celebrano le funzioni religiose.

 

6.4 Il ruolo della Chiesa sulla terra

Ma torniamo alla Chiesa del Signore, composta da tutti i veri figli di Dio sparsi nella cristianità. «Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo» ha detto Gesù a suo Padre, aggiungendo: «Come tu hai mandato me nel mondo, anch’io ho mandato loro nel mondo» (Giovanni 17:16,18). Ne risulta pertanto un duplice aspetto della posizione della Chiesa sulla terra: essa è straniera, perché la sua posizione è celeste, ma nello stesso tempo si trova sulla terra per rendere testimonianza alla verità del Vangelo. Per non aver compreso questo, certi credenti si sono rinchiusi nei chiostri ed, altri si sono immischiati nella politica del mondo. Separato moralmente dal mondo, tanto dalla sua politica quanto dal suo stato morale, il vero credente è responsabile di assolvere i compiti di testimone e di collaboratore al servizio del Signore, sia nei riguardi dei non credenti, sia in seno alla Chiesa stessa. 

La Chiesa, paragonata ad un corpo in parecchie parti della Parola di Dio, è formata da tutte «le membra» di questo corpo. Ogni credente è uno di queste «membra». Lo Spirito di Dio è la potenza vitale che le anima ed ognuno ha una funzione particolare, a somiglianza delle varie membra e degli organi del corpo umano. «Iddio ha collocato ciascun membro nel corpo, come ha voluto» (1 Corinzi 12:18). Gli uni hanno un’attività visibile, altri nascosta. Gli uni svolgono il loro compito all’esterno del corpo, nel mondo, e gli altri hanno delle funzioni interne, nell’ambito della Chiesa. Le funzioni più importanti non sono quelle più in vista, ma ognuno svolge il suo ruolo là dove Dio l’ha posto. Nonostante la mescolanza con elementi estranei, causa della sua rovina, la vera Chiesa compie ancora la sua funzione nel mondo. Con la diffusione del Vangelo, con gli aiuti agli infelici, con la preghiera e l’intercessione in favore di tutti gli uomini, ogni membro del corpo di Cristo contribuisce alla testimonianza di Dio sulla terra.

 

6.5 La chiesa locale

Quando la Parola di Dio fu scritta, vi erano delle chiese, o assemblee, in parecchie località. L’apostolo Paolo è stato il mezzo per formare molti di questi radunamenti durante i suoi viaggi in Asia e in Europa. A questi egli si rivolge con le sue epistole riconoscendo loro il titolo di «chiesa di Dio». Questi radunamenti avevano una responsabilità nella città in cui si erano formati; essi rappresentavano la testimonianza del Signore e dovevano farne brillare la luce. Non è mal indicato il numero di coloro che ne facevano parte, poiché, fossero pur stati soltanto due o tre (Matteo 18:20), la presenza del Signore in mezzo a loro era ciò che contava.

 In parecchi luoghi vi sono stati disordini fin dai primi tempi, e lo Spirito di Dio ha guidato gli apostoli a scrivere delle lettere per dare anche a noi, oggi, indicazioni quanto al nostro comportamento in circostanze analoghe. Vediamo pure come veniva riconosciuta l’autorità apostolica. Oggi non ci sono più gli apostoli, ma rimangono i loro scritti che fanno parte della Parola di Dio, unica referenza per risolvere ogni problema.

 Nei capitoli 2 e 3 dell’Apocalisse, il Signore Gesù stesso manda una lettera a sette chiese dell’Asia. Questi radunamenti nelle località citate avevano ognuno la propria responsabilità, pertanto il Signore dichiara ad ognuno di essi: «Io conosco le tue opere…» (*). I rimproveri rivolti a cinque di questi si accompagnano a vere e proprie minacce quando dice loro: «Rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto» o ancora: «Io ti vomiterò dalla mia bocca». Invitato al pentimento, ognuno di essi riceve pure una promessa di benedizione se l’avvertimento è ascoltato. Con questo possiamo vedere che la chiesa locale è riconosciuta nella sua propria responsabilità e che è formata da tutti i veri credenti che si trovano in quella località.

 La realizzazione concreta del piano del Signore per la Chiesa non è durata a lungo poiché sopraggiunsero presto gravi disordini. Ora, la lampada della testimonianza collettiva fa poca luce a causa delle molteplici divisioni. Tuttavia, rimane aperta una possibilità, perché il Signore è fedele alla sua promessa. Quando dei credenti si riuniscono nel nome di Gesù, nell’ubbidienza alla Parola e sotto la sola direzione dello Spirito Santo, e testimoniano di Cristo in quel luogo, essi sono l’espressione visibile della Chiesa di Dio in quella località, con le sue responsabilità ed i suoi privilegi. Tale radunamento è investito di un’autorità risultante dalla presenza del Signore, secondo le istruzioni e le promesse di Matteo 18:17-20.

 

6.6 Il destino della Chiesa

«Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei… affin di fare egli stesso comparire dinanzi a sé questa Chiesa, gloriosa» (Efesini 5:25-27).

«Padre, io voglio che dove sono io, siano con me anche quelli che tu mi hai dato» (Giovanni 17:24).

 Acquistata dal Signore Gesù al prezzo delle sue sofferenze, la Chiesa gli è data dal Padre per essere sempre con Lui. Egli la ama. Sia nelle figure dell’Antico Testamento, sia nella rivelazione del Nuovo, essa è rappresentata con la figura di una sposa. Apocalisse 19:7-9 ci descrive le nozze celebrate nel cielo che consacreranno per l’eternità l’unione indissolubile di Cristo e della sua Chiesa 

Il Signore cerca, nel cuore di quelli che gli appartengono, dei sentimenti d’amore rispondenti ai suoi. Il desiderio della loro anima, quando corrisponde a quello del Signore Gesù, li porta a dire insieme, guidati dallo Spirito: «Vieni, Signore Gesù» (Apocalisse 22:20). «E lo spirito e la sposa dicono: Vieni. E chi ode dica: Vieni» (Apocalisse 22:17).

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(*) o «Io conosco la tua tribolazione…», o «Io so dove abiti…».

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 (segue)