Dal cuore vengono pensieri
malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze,
diffamazioni. Queste sono le cose che contaminano l’uomo.
Matteo
15:19-20
Solgenitsin, lo scrittore
russo che ha conosciuto gli orrori dei gulag
(campi di lavoro forzato), scrive a proposito dei suoi carnefici: “Quest’orda
di lupi, com’è apparsa? Non ha forse le nostre stesse radici? Non è dello
stesso nostro sangue?” E poi dà la risposta: “Sì, siamo tutti dello stesso
sangue. E ciascuno di noi dovrebbe chiedersi: se la mia vita avesse preso
un’altra piega, non avrei potuto diventare anch’io come uno di loro? Domanda sconcertante
se intendiamo dare una risposta onesta”.
Ecco dunque un uomo che
ha conosciuto da vicino la perversità del cuore umano. Ha visto cosa questo
cuore è capace di fare quando nulla lo trattiene, quando è libero di mettere in
atto tutte le sue follie.
Possiamo condividere
giudizio che Solgenitsin fa riguardo a quell’ “orda di lupi”; ma siamo disposti
ad ammettere che anche nel cuore dei torturati, come dice lo scrittore, e nel
suo stesso cuore, ci sia la medesima malvagia natura, la stessa sorgente di
male... Solgenitsin ha ragione. L’apostolo Paolo scrive: “Non c’è nessun giusto, non c’è nessuno che cerchi Dio… Tutti sono
sviati… Non c’è timor di Dio davanti ai loro occhi” (Romani 3:10-18).
Riconoscere che il cuore
di ogni uomo è fondamentalmente malvagio è
un punto capitale. Ma non dobbiamo fermarci lì. C’è un rimedio. Da dove proviene?
Dall’applicazione di un principio filosofico o di una regola morale? No! Proviene
da Dio. Dio è venuto in soccorso
all’uomo caduto nel peccato donandogli il proprio Figlio per salvarlo. Ma
bisogna che apriamo il nostro cuore al Signore perché solo accettandolo come
Salvatore possiamo passare per una nuova nascita spirituale, e ricevere un
cuore nuovo, capace di amare Dio e il prossimo.