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venerdì 7 febbraio 2025

I principi del radunamento cristiano (8)

1.2.2 Dagli apostoli ai nostri giorni

I diciannove secoli successivi hanno purtroppo dimostrato, in maniera inequivocabile, che l’uomo, come sempre, rovina tutto ciò che Dio gli affida. Certamente Dio ha mantenuto fedeli testimoni, ha permesso felici ritorni alla verità, ha magnificato ovunque la sua grazia; Egli si è mostrato fedele! E anche oggi continua a operare: la Parola è intatta e continua a spandersi, l’Evangelo è annunciato e numerose anime si convertono.

I figli di Dio sono stati dispersi dai lupi rapaci che dei pastori negligenti hanno lasciato entrare nel gregge. Tra gli stessi pastori si sono levati uomini dalle dottrine perverse che hanno trascinato dei discepoli nella loro scia. L’autorità del Maestro è stata calpestata ed è stata rinnegata. E per «prurito di udire» non solo non riconoscono più la voce del Pastore, ma si sono accumulati «maestri secondo le proprie voglie» (2 Timoteo 4:3).

L’apparenza esteriore della cristianità potrebbe creare illusioni, oggi più che mai, ma la «grande casa» ha lasciato che il mondo entrasse largamente in essa e dominasse.

I materiali umani (1 Corinzi 3:12-15) sono stati mescolati ovunque alle «pietre viventi», i profanatori del tempio di Dio si sono moltiplicati. Si nominano «cristiani» intere moltitudini che non manifestano minimamente la vita di Cristo. Credenti e non credenti, associati, sono organizzati secondo i principi delle società umane. La zizzania si è mescolata sempre più al grano. Ma tutto questo era stato preannunciato e non dobbiamo stupircene.

Le sette lettere di Apocalisse 2 e 3 tracciano un quadro profetico al quale la realtà corrisponde fedelmente. Ma bisogna rassegnarsi? Dio noi voglia. Fino alla fine, l’appello del Signore vuole risvegliare dei «vincitori», questo perché Lui è vittorioso e perché si serberà dei fedeli testimoni fino alla fine. L’opera dell’uomo avrebbe già da lungo tempo totalmente e irrimediabilmente rovinato l’opera di Dio, se non fosse realmente la Sua opera.

Così, da un lato, la vera Chiesa di Dio, opera delle sue mani, non è più umanamente identificabile e, dall’altro, la Chiesa professante, ma senza la vita ed opera degli uomini, non è ancora privata del suo titolo di chiesa.

Non lasciamoci turbare da questa apparente contraddizione. Ancora e sempre le due facce del «sigillo» di 2 Timoteo 2 ci rassicurano e ci ammaestrano riguardo a questo duplice aspetto. Quanto al primo: «Dio conosce quelli che sono suoi»; la fede rimette a Dio la cura della Sua opera. Quanto al secondo: «Si ritragga dall’iniquità chiunque nomina il nome del Signore»; la stessa fede ubbidisce e si separa dal male. Sì, «il solido fondamento di Dio rimane fermo».

Ritrarsi per restare soli? Certamente no (Proverbi 18:1), ma per unirsi a coloro che invocano il Signore di cuore puro, cioè senza alleanze con ciò che disonora questo Nome. Chiunque ama il Signore troverà un cammino preparato da Lui per incontrare altri credenti animati dal medesimo desiderio. Anche questo è opera di Dio. In ogni tempo quello è un «cammino» puro. Elia ne fece l’esperienza quando si credeva solo. Dio sa riservarsi un rimanente fedele. A coloro che lo compongono Egli domanda (e di conseguenza li mette in grado di farlo) di gustare insieme i privilegi e di assumere insieme le preziose funzioni che sono proprie della Chiesa di Dio. La grande promessa fatta dal Signore rimane valida, malgrado tutta l’infedeltà degli uomini: «Dovunque due o tre sono radunati nel mio nome, io sono qui in mezzo a loro», Un radunamento potrebbe ridursi letteralmente a questo piccolo numero e sarebbe ben lontano dal manifestare la totalità della Chiesa sulla terra; ma ne sari un’espressione, approvata da Colui che è sempre con il «popolo umile e povero; confiderà nel nome del Signore» (Sofonia 3:12).

Abbiamo ritenuto necessaria questa panoramica introduzione prima di addentrarci nell’esame dello stato attuale della Chiesa.