Non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai vostri padri, ma con il prezioso sangue di Cristo.
1 Pietro 1:18-19
Ultima rata
“Finalmente!
- mi dice questa mattina una mia giovane vicina di casa - ho finito di pagare
l’ultima rata! Ci siamo lasciati prendere la mano senza far bene i calcoli ed
eravamo ormai al limite della sopportazione; io e mio marito non dormivamo più
dal pensiero”.
Indebitarsi
è un vero problema. Alcuni, come questa coppia, si rendono conto dell’errore,
ma altri vivono normalmente al di sopra delle loro possibilità senza curarsi
degli impegni, dei conti “in rosso” e dei richiami della banca; e il loro
debito aumenta. Sono situazioni identiche ma affrontate con atteggiamenti
diversi.
Riguardo
al debito morale di ogni uomo nei confronti di Dio, si incontrano coloro che
sentono le loro responsabilità davanti a Lui ma non sanno come venirne a capo,
ed altri per cui il peso dei loro peccati conta poco: lo lasciano aumentare
senza porsi nessuna domanda!
Esiste,
però, una terza categoria di persone: quelle
che hanno accettato che il “passivo”, il peso della loro colpevolezza, sia
pagato. Non da loro stessi, perché ne sarebbero totalmente incapaci, ma da
Colui al quale hanno creduto, il Signore Gesù che sulla croce ha pagato il
prezzo che li ha definitivamente liberati. Nel testo del Nuovo Testamento, una
delle ultime parole di Gesù crocifisso è “Tetelestai”,
parola che si scriveva sui conti pagati e che tradotto significa “è compiuto”.
Dall’alto della croce, il Figlio di Dio proclama così che il debito è pagato.
Chi crede nel Signore non dovrà mai più niente alla giustizia di Dio!