“Egli è venuto in casa sua, e i suoi non lo hanno ricevuto” Giovanni 1:11.
E' venuto in casa sua, nella sua proprietà. Vale a dire che venne nel pianeta che Lui stesso aveva creato, ma i suoi (il suo popolo) non l'hanno ricevuto.
“ma a tutti coloro che lo hanno ricevuto, egli ha dato l'autorità di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome” v.12.
Così offri di nuovo a tutta l'umanità questo “diritto” è esiste una sola clausola per la quale si può avere questo “diritto” è cioè: ricevere Cristo.
Questo versetto spiega chiaramente come si fa a diventare figli di Dio. Tale condizione non si consegue mediante le opere buone, né mediante l'appartenenza a questa o quella chiesa, né mediante una buona condotta, bensì ricevendo Cristo, vale a dire credendo nel suo nome.
“i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà di uomo, ma sono nati da Dio”-13.
Per diventare figli dal punto di vista fisico, bisogna essere nati. Anche per diventare figli di Dio bisogna essere nati, passando attraverso una seconda nascita e questo versetto ci presenta “tre modi” in cui essa non avviene e un solo modo in cui essa avviene.
1. Non da sangue. Ciò significa che non si diventa credenti perché si è figli di genitori credenti. La salvezza non la si può editare per vie naturali ossia per legami di sangue.
2. Né da volontà di carne. In altre parole: l'individuo non ha il potere, nella propria carne, di conseguire la nuova nascita. Benché desideri essere salvato la sua volontà non basta a salvarlo.
3. Né da volontà d'uomo. Nessuno è in grado di salvare un altra persona. Ciò significa semplicemente che niente e nessuno ha il potere di originare la nuova nascita all'infuori di Dio.
E' per questo che “la Parola si è fatta carne” (v.14). Come Dio era sempre esistito ma poi scelse di venire nel mondo con un corpo umano proprio per compiere quell'opera che avrebbe reso possibile questo “diventare figli di Dio”. Ora è sufficiente credere nel suo nome e accettare quell'opera che ha compiuto in nostro favore.