Vale più la fine di una cosa, che il suo principio.
Ecclesiaste 7:8
Io ritengo che le sofferenze del tempo
presente non siano paragonabili alla gloria che dev’essere manifestata a nostro
riguardo.
Romani 8:18
Meglio guardare alla meta
La
fine di una corsa di resistenza è spesso la parte più dura; la fatica prende il
sopravvento, l’attenzione si allenta e tutto può essere compromesso negli
ultimi metri; una caduta può annullare ogni sforzo fatto. Quando il traguardo è
in vista, però, il corridore trova un nuovo coraggio e raduna le ultime forze
rimaste per arrivare a tagliarlo. Allora, di sicuro per lui c’è la gioia, il
trionfo, e può pensare: “vale più la fine di una cosa che il suo inizio”.
All’inizio vi sono gli impedimenti, le privazioni, i dubbi, le rinunce … ma
alla fine c’è la vittoria!
Io
verso quale meta corro? Cosa mi riserva l’avvenire? La mia sola prospettiva è
la malattia? E’ la vecchiaia? Sovente l’inizio di un progetto è pieno di
speranza, ma la fine è meno bella. È così per me?
Se
Gesù è il mio Salvatore sono, è vero, consapevole della mia debolezza, ma penso alla grazia di Dio e contemplo il
Signore nella gloria. Egli ha raggiunto lo scopo e presto permetterà anche
a me di arrivare; ha già preparato il mio posto presso di Sé nella casa del
Padre (Giovanni 14.2) e tornerà a prendermi insieme a tutti i Suoi.
So
che vivere da credente in questo mondo senza Dio comporta molte difficoltà:
incomprensioni, soprusi, esclusioni … Ma il Signore ha iniziato una “buona
opera” in me e la porterà a termine nella Sua gloria (Filippesi 1:6). La
pazienza del credente è messa alla prova in questo mondo, ma Dio gli dice che
il fine sarà la felicità nella presenza del Signore.