“Ricordati di Gesù Cristo, risorto dai morti, della stirpe di Davide, secondo il mio vangelo” (2 Timoteo 2:8)
Quello che abbiamo in questo versetto: “Ricordati di Gesù Cristo, risorto dai morti” è il grido di battaglia, il grido di raduno dei credenti! Paolo era in prigione quando scrive a Timoteo e il tempo della sua “partenza” per lasciare questo mondo “è giunto” (2:6). Nerone lo avrebbe messo a morte circa sei mesi dopo la redazione di questa lettera. Stava per iniziare veramente una delle più grandi persecuzioni dei cristiani nell’impero Romano.
È alla luce di questi avvenimenti che allora Paolo scrive a Timoteo. Vuole incoraggiarlo a non cedere “a uno spirito di timidezza” e gli dice: “Non aver dunque vergogna della testimonianza del nostro Signore, né di me, suo carcerato” (1:7/8). Nell’originale la frase: “Ricordati di Gesù Cristo, risorto dai morti” è esclamativa e non una semplice affermazione del fatto citato. Quali che siano le difficoltà, e l’intensità della persecuzione, dice Paolo, il grido di battaglia rimane: “Ricordati di Gesù Cristo, risorto dai morti”! La peggior cosa che il diavolo possa fare è uccidere il corpo. Ma esattamente come Cristo è risuscitato dai morti il credente sarà anche lui risuscitato.
Paolo aggiunge che Cristo è “della stirpe di Davide”. La casa di Davide era ridotta semplicemente ad un piccolo rampollo e l’umile nascita in questo mondo di Cristo è stata come “una radice che esce da un arido suolo” (Isaia 53:2). Egli fu “strappato dalla terra dei viventi” (53:8) ma ora porta in abbondanza il frutto nella gloria celeste della Sua risurrezione! Quali che siano le difficoltà che possiamo attraversare, ricordiamoci che Cristo è stato risuscitato dai morti! Il tempo in cui udremo un “ordine (o: grido di comando)” è molto vicino e tutti insieme saremo radunati per “incontrare il Signore nell’aria” (1 Tessalonicesi 4:16/17).