CONCLUSIONE:
“La salvezza dei giusti proviene dal SIGNORE;
Egli è la loro difesa (forza) in
tempo d’angoscia” (Salmo 37:39).
Qualcuno, forse, si chiederà: “come posso essere
salvaguardato dal peccare?”
La risposta è meravigliosamente semplice: “io posso ogni cosa in colui che mi fortifica”
(Filippesi 4:13).
Possediamo la salvezza? Che cosa include? È semplicemente la
liberazione dal giudizio di Dio? È unicamente il perdono dei nostri peccati e
la sicurezza di non essere gettati nello stagno di fuoco? È molto di più,
benché tutto questo sia così prezioso e inestimabile.
La “salvezza” sottintende una piena e sincera accettazione
di Cristo come Colui che è la mia “saggezza” per guidarmi fuori dai sentieri
oscuri e tortuosi della follia e portarmi in sentieri celesti di luce e di pace celeste. Per farmi vivere
la santità pratica in tutte le mie vie e, infine, per liberarmi da tutta la
potenza della morte e di farmi entrare nella gloria.
Noi, dunque, possediamo, nella salvezza che abbiamo in
Cristo, la forza necessaria per produrre il frutto dello Spirito (Galati 5:22).
È questo il risultato della
santificazione pratica che ci è accordata per la grazia di Dio. Stiamo in
guardia contro l’abitudine di ridurre la salvezza a meno di questo, cercando di
entrarvi in tutta la sua pienezza. E’ una parola la cui portata si estende
all’eternità e che copre in tutta la sua estensione tutti i dettagli pratici
della vita quotidiana. Io non ho il diritto di parlare di salvezza in relazione
all’avvenire della mia anima allorché io rifiuto di conoscere e di mostrarne la
portata pratica nella mia condotta attuale. Noi non siamo soltanto salvati
dalla colpevolezza e dalla condanna del peccato ma anche, e nella stessa e
completa maniera, dalla pratica e dall’idolatria del peccato. Queste cose non
dovrebbero mai essere separate; e non lo saranno in nessun modo per colui che è
stato divinamente istruito quanto al senso, alla portata e alla potenza di
questa parola preziosa: “salvezza”.
(C. H. Mackintosh)
(L. S. e P. 17.03.10)