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martedì 14 aprile 2015

14 Aprile

Gesù… portando la sua croce, giunse al luogo detto del Teschio… dove lo crocifissero, assieme ad altri due, uno di qua, l’altro di là, e Gesù nel mezzo.
Giovanni 19:17-18

Un giorno diverso dagli altri

Il capitolo 15 del Vangelo di Marco ci fa il racconto cronologico di una giornata unica nella storia del mondo, quella della crocifissione di Cristo. Essa è divisa di tre ore in tre ore.
Al mattino (v. 1), sul far del giorno, il Signore è condotto da Pilato.
Alla terza ora (v. 25), le nove del mattino, viene crocifisso. Gli uomini lo insultano, lo ingiuriano, si beffano di lui.
Allo scoccare della sesta ora (v. 33), cioè mezzogiorno, iniziano tre ore di tenebre. È a questo punto che Gesù subisce da parte di Dio il castigo che merita il peccato degli uomini, il mio, il tuo.
Alla nona ora (v. 34), l’opera dell’espiazione è compiuta. Gesù grida: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” Egli spira emettendo un gran grido che fa dire al centurione di guardia: “Veramente, quest’uomo era Figlio di Dio!” (v. 39).
Venuta la sera (v. 42), il corpo di Gesù è posto nella tomba. È la fine del giorno, il momento in cui inizia il sabato e in cui ogni attività sarà sospesa; è scritto: “Poiché era la preparazione, cioè la vigilia del sabato”. Quel corpo formato da Dio stesso, col quale Gesù ha visitato e attraversato questo mondo, il corpo che è stato colpito, straziato, oltraggiato, crocifisso, è ora avvolto in un lenzuolo e deposto nella tomba nuova di un uomo ricco (Isaia 53:9). Bisognava che il Santo, oltre a non subire la decomposizione, non avesse alcun contatto con essa (Salmo 16:10).
Tre giorni dopo il Signore risuscitò e si presentò vivente a centinaia di suoi fedeli, testimoni oculari della sua straordinaria potenza.

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