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mercoledì 22 aprile 2015

Seguire Cristo

Allora uno scriba, avvicinatosi, gli disse:
«Maestro, io ti seguirò dovunque tu andrai».
Matteo 8:19

Questo è un primo aspetto del seguire Cristo in rapporto alla nostra decisione.

Il cristiano non segue una religione segue una persona: Cristo. La Sua potenza ci separa da tutto ciò che prima erano le nostre aspirazioni e i nostri desideri.
In questo versetto troviamo delle belle parole dette anche con sincerità ma che esprimono solo la fiducia in se stessi e che provengono dalla vecchia natura. Non dobbiamo discutere tanto sulla buona volontà di questo scriba ma possiamo dire con certezza che quest’uomo aveva ancora da imparare una grande lezione: avrebbe dovuto prima di impegnarsi a seguire il Signore, calcolare attentamente il costo della affermazione: “ti seguirò ovunque!”.
È facile seguire la “via larga” dove non c’è né scherno, né derisione e dov’è la corrente stessa che ci trasporta ma, se questo commino è facile da seguire, è altrettanto difficile camminare nella “strada stretta”.
Il “seguire Cristo” comporta l’incontro con l’incomprensione degli uomini, spesso della famiglia stessa e che può, in certi casi, trasformarsi nella persecuzione da parte del mondo.
Possiamo concludere questo primo aspetto affermando che la decisione di “seguire Cristo” non deve essere un passo fatto con un atto di leggerezza.


Un altro dei discepoli gli disse:
«Signore, permettimi di andare prima
a seppellire mio padre».
Matteo 8:21

Questo versetto ci offre lo spunto per una seconda riflessione sul seguire Cristo in rapporto alla precedenza assoluta che Cristo deve avere nella nostra vita.

“Permettimi prima …” indica la disponibilità a seguire il Signore ma non di darGli il primo posto.
Se mettiamo fra noi e Lui  i nostri desideri, i nostri idoli, i nostri affari personali e di famiglia non potremo seguirLo come Lui desidera. Più saremo “immischiati in faccende della vita” (2 Timoteo 2:4) meno avremo la possibilità di realizzare il “seguire Cristo”. Niente e nessuno dovrebbe distoglierci dalla persona del Signore lasciando a Lui di gestire, secondo la Sua volontà, tutta la nostra vita. Sarà lui a condurci e fare in modo che anche gli affetti naturali possano essere mantenuti e trovino il loro giusto posto nella nostra vita. 

Possiamo concludere questo secondo aspetto affermando che la decisione di “seguire Cristo” significa dare al Signore il PRIMO POSTO.


Poi Gesù,partito di là, passando,
vide un uomo chiamato Matteo, che sedeva al banco delle imposte
 e gli disse: “Seguimi”. Ed egli, alzatosi, lo seguì.
Matto 9:9

Questo terzo aspetto del “seguire Cristo” è in rapporto alla chiamata.

In questo versetto troviamo la chiamata di un discepolo che, all’istante, prende la sua decisione. Il solo appello che il Signore gli fa è sufficiente per fargli prendere la sua decisione. A differenza dello scriba che prende la decisione senza pensare alle conseguenze, o del discepolo che ha altre priorità, Matteo non ha nessun dubbio alla chiamata del Signore.
Matteo è chiamato mentre, seduto al banco delle tasse svolge la sua professione, giusta per certi versi, odiata per altri, ma ecco che la sua vita cambia all’udire una sola parola: “SEGUIMI”.
Un tale appello ha anche per noi oggi una così grande potenza? Può una Sua parola cambiare la nostra vita? Così dovrebbe. Quando il Signore ha bisogno di noi chiama e la Sua chiamata esige una risposta pronta, decisa e immediata. I risultati del cambiamento di Matteo furono visibili nell’immediato e così sarà anche per noi.
Possiamo concludere questo aspetto del “seguire Cristo” affermando che quest’atto deve essere fatto con decisione quando è Lui che chiama.

Allora Gesù disse ai 
Suoi discepoli:
 “Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso,
prenda la sua croce e mi segua”
Matteo 16:24

In questo versetto il Signore non si rivolge a qualcuno in particolare ma a tutti i Suoi discepoli.

Nei versetti precedenti di questo capitolo troviamo la bella confessione di Pietro (13/20) e, subito dopo, la sua fiducia nella carne (21/23). Questo ci fa comprendere che dobbiamo imparare una grande lezione: non dobbiamo confidare in noi stessi. Se il credente non veglia su se stesso può passare da un momento in cui è lo strumento di rivelazioni da parte del Padre a un momento in cui non si ha “il senso delle cose di Dio”.

La rinuncia a se stessi e nelle proprie forze è parte integrante del cammino di colui o colei che desidera “seguire Cristo”. Ognuno di noi può avere molte idee di cosa significhi “seguire Cristo”, ma vi sono due cose che hanno la priorità:
-          Rinunciare a noi stessi che significa essere dedicati completamente al Signore e utilizzare le proprie facoltà nella Sua completa dipendenza. Io devo essere NULLA perché Lui possa essere TUTTO.
-          Prendere la propria croce che non significa, come molti dicono, dare un valore alle nostre sofferenze per trarne vanto, ma realizzare giorno dopo giorno il disprezzo e l’incomprensione che il mondo ha per noi.

Possiamo concludere questo aspetto del “seguire Cristo” affermando che seguirLo significa rinunciare a noi stessi e essere  pronti a soffrire per lui.


Gesù gli disse:
“Se vuoi essere perfetto, vai,
vendi ciò che hai e dallo ai poveri,
e avrai un tesoro  nei cieli;
poi, vieni e seguimi
Matteo 19:21

Questo passo ci mostra un aspetto del seguire  Cristo in rapporto a tutto quello che può essere qualcosa che ci impedisce di seguire Cristo come Lui vorrebbe.

Quali sono i legami del nostro cuore che ci impediscono di seguire Cristo? Nel nostro versetto, per quel giovane, era la ricchezza materiale, ma per ognuno di noi può essere qualcosa di diverso. Tutto ciò che ci lega a questo mondo e che ci impedisce un cammino di santificazione per seguire Cristo è ciò di cui dovremmo disfarci. Quest’azione responsabile suggerisce un attento esame di se stesso e una presa di coscienza alla luce della Parola di Dio, questa spada a due tagli che penetra nel cuore e nella coscienza per risvegliare i nostri sentimenti.

Possiamo concludere questo aspetto del “seguire Cristo” affermando che seguirLo significa essersi sbarazzati di tutto ciò che costituisce un impedimento.

“Fa’ che seguendo Cristo, finché in casa entreremo, con dignità il nome Suo portiam!”
(Cantici Spirituali 108)

di: Daniele Calamai