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lunedì 20 aprile 2015

Terza epistola di Giovanni - Breve esposizione

“Carissimo, io prego che in ogni cosa tu prosperi e goda buona salute, come prospera l’anima tua” (3 Gv 2).

Giovanni ha ancora molto da dire sulla verità e sull’amore ma ora egli mette l’accento sull’amore che va insieme alla verità. in effetti, un altro tipo di male era sorto nella assemblea: un uomo pretendeva apparentemente di agire per la verità ma cacciava i fratelli dall’assemblea e rifiutava di ricevere anche l’apostolo Giovanni (9/10). Se l’amore per coloro che appartengono a Dio viene trascurato in questo modo, la pretesa della verità non ha alcun senso. La verità e l’amore devono andare di pari passo essendo complementari l’uno dell’altro essendo, questi due caratteri, nella natura stessa di Dio.

Gaio, al quale Giovanni scrive, è  lodato per la sua anima che prospera e Giovanni esprime il desiderio che la sua salute prosperi nella stessa misura. Può essere che non fosse sufficientemente forte per affrontare la controversia; ma Giovanni fa un grande elogio al suo cammino nella verità, delle sue cure e del suo amore fedele verso tutti coloro che erano “partiti per amore del nome di Cristo” (7) – cioè per l’opera del Signore.

Gli “stranieri” menzionati in questa epistola sono ben diversi dai “seduttori” della seconda Epistola. Si trattava di fratelli, sconosciuti a Gaio, che si davano anima e corpo  per l’opera del Signore non accettando niente da quelli delle nazioni, cioè da coloro che non sono salvati. Se da una parte bisognava rifiutare fermamente i seduttori, dall’altra bisognava ricevere i veri servitori di Cristo.

Coltiviamo questa pietà e queste affezioni calorose, in equilibrio con la verità prestando attenzione al messaggio di questa epistola.


Di nuovo, Giovanni, esprime la sua intenzione di essere presente di persona (14).