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giovedì 30 aprile 2015

Tre coscienze a confronto

2 Cronache 18 ci fornisce alcuni casi di “cattiva coscienza”, cioè di quello stato d’animo in cui l’uomo si viene a trovare quando ha la sensazione di fare una cosa sbagliata.
Proviamo a analizzare questo capitolo sotto questo aspetto, esaminando la condotta dei vari personaggi che appaiono e che ci mostreranno tre coscienze di sensibilità diverse:
-          quella del pio Giosafat, che è sensibile (anche se inascoltata),
-          quella dell’empio Acab che è insensibile (anche se esercitata),
-          quella del profeta Sedechia che è cauterizzata (perché sembra non esistere).

G  Il re Giosafat
Nonostante il comportamento avuto in questo capitolo, il re Giosafat è un re al quale il veggente Ieu può dire, da parte di Dio: “si sono trovate in te delle buone cose” (2 Cr 19:3). Certo una di queste non fu il contrarre parentela con l’empio re Acab (18:1) che andò a trovare qualche anno dopo (18:2). Questa parentela e questa visita lo metterà in una situazione da cui sarà difficile tornare indietro.
All’invito di partecipare a una guerra insieme, Giosafat non può che rispondere: “CONTA SU DI ME” (18:3). Poi, come se la coscienza si facesse sentire chiede ad Acab di consultare Dio tramite i profeti. Strano comportamento quello di ricercare la volontà di Dio dopo aver preso una decisione! Ma la coscienza è smossa e avverte il re che forse, nell’impegno ormai preso, c’è qualcosa che non è secondo la volontà di Dio. Sarà questo esercizio della coscienza di Giosafat sufficiente a far rivedere la decisione? Il resto della storia mostra che non basta un “esercizio della coscienza” ma occorre piuttosto una presa di posizione che questo re non è riuscito a prendere. Spesso siamo nel posto sbagliato e con le persone sbagliate e finiamo col prendere decisioni sbagliate anche quando la nostra coscienza ci attesta che qualcosa non va! Vigiliamo a questo riguardo.

G  Il re Acab
La richiesta di Giosafat di consultare Dio prima di partire per questa guerra (18:4) avrebbe dovuto far suonare un campanello di allarme, ovvero: “risvegliare la sua coscienza” ma questo re sembra non averne. Anche la richiesta di consultare ancora un profeta (18:6) [quattrocento non erano bastati (18:5)], avrebbe dovuto essere un motivo di riflessione ma anche questo non sembra scuotere la coscienza di questo re empio.
Il profeta Micaia interviene in questo episodio ed è il solo profeta che parlerà secondo il pensiero di Dio benché invitato a compiacere, almeno per una volta, il re (18:12/13). Acab ascolta ciò che Micaia dice ma la sua coscienza gli attesta che non è la verità (18:14/15), quando sentirà la verità non vi porrà mente (18:17). Dopo aver fatto imprigionare Micaia (18:25/26) parte per la guerra ma non senza aver prima preso qualche accorgimento: “Io mi travestirò per andare in battaglia” (18:29) e questo perché la coscienza di Acab non è tranquilla. Anziché fermarsi a riflettere cerca di risolvere la cosa con mezzi umani Nella mente di Acab c’è il pensiero che il suo travestimento avrebbe fatto concentrare il nemico su Giosafat ma Dio non si  lascia ingannare dall’uomo e farà sì che i nemici si allontanino da Giosafat (18:31). La coscienza si fa spesso sentire anche nell’empio, ma difficilmente questi l’ascolterà.

G  Il profeta Sedechia
A questo personaggio si addice quello che leggiamo in Geremia:
G  Il SIGNORE mi disse: “Quei profeti profetizzano menzogne nel mio nome; io non li ho mandati, non ho dato loro nessun ordine, e non ho parlato loro; le profezie che vi fanno sono visioni menzognere, divinazione, vanità, imposture del proprio cuore” (Gr 14:14);
G  “Così parla il SIGNORE degli eserciti: «Non ascoltate le parole dei profeti che vi profetizzano; essi vi nutrono di cose vane; vi espongono le visioni del proprio cuore, e non ciò che proviene dalla bocca del SIGNORE” (Gr 23:16).

La coscienza di questo profeta è ormai resa insensibile dall’allontanamento più totale dalla verità. Proferisce menzogne senza ritegno, così convinto di essere nel giusto che neppure la sentenza del profeta Micaia lo farà riflettere (18:23/24).