di: G. Bulleri
Dovremmo usare con attenzione molti termini
che ci sarebbero di aiuto.
L’uomo così
come era stato creato da Dio era
destinato a durare nel tempo, quindi è eterno come essere . Ma quando Dio mette
luce sulla condizione di questa sua creatura, chiama vita eterna la vita che ci è donata per mezzo della fede
e morte eterna la condizione di coloro che rifiutano di credere. Siamo abituati
a definire la morte come qualcosa che pone fine, dà un taglio. No i morti non
hanno cessato di esistere , ma continuano ad esistere, purtroppo in quella condizione lontani da Dio. Quando la
scrittura parla di morti, morti che risuscitano per comparire davanti a Dio,
sono esseri destinati a rimanere in quella condizione per sempre: a durare per
sempre come morti.
I credenti dureranno per sempre come esseri
viventi. E questa vita che Dio ci dona è il renderci conformi all’immagine del
suo Figliuolo, è la vita di Cristo. Qualche volta diciamo che una lettura degli
Evangeli fatta con fede, con ammirazione, come Giovanni descrive il tempo in
cui lui è stato con il Signore: quello che abbiamo visto, quello che abbiamo toccato,
quello che abbiamo contemplato della Parola della vita (1 Giovanni 1:1), la vita eterna che ci è stata manifestata, la
vita del Signore manifesta quello che sarà, ciò che noi realizzeremo pienamente
nel cielo, ma che già su questa terra deve risultare in uno sprone per
comportamenti, atteggiamenti che imiti in qualche misura colui che è il Vero
Dio e la vita eterna (1 Giovanni 5:20).
Non occorre andare in cielo per saper cos’è la vita eterna, perché la vita
eterna è stata manifestata davanti agli occhi dei credenti, di tutti gli uomini
(ma gli uomini sono ciechi), ma in particolare i credenti che ci vedono nel
Signore possono capire cosa è la vita eterna.
Tutti i credenti sinceri dovrebbero fare
questa confessione: noi facciamo qualche cosa di buono nella nostra vita,
qualche volta ci costa caro è uno sforzo è un farci violenza, perché la nostra
natura non é manifestazione della vita eterna è purtroppo un misto di carnalità, di umanità, di vecchio Adamo e
di fede e nuova vita in Cristo. Quando saremo nel cielo saremo a casa nostra,
quando realizzeremo che siamo figli di Dio, perché e la vita è nel Figlio e Lui
ci ha dato il Figlio perché noi potessimo avere tutto ciò che comporta il
concetto di vita eterna, quando saremo nel cielo tutto sarà naturale, tutto
sarà spontaneo. Faremo quello che è divinamente bello, di cuore spontaneamente
come una cosa naturale, saremo in cielo come a casa nostra.
Vediamo che a volte quando il Signore era
sulla terra i discepoli parlavano tra loro, poi il Signore si avvicinava, si
vergognavano di fare conoscere quali erano i loro pensieri, di cosa
discutevano. Con i nostri buoni sentimenti benché siamo credenti nella casa di Dio non ci troveremmo tanto
bene, vi è una luce inaccessibile, c’è qualcosa che ci farebbe sentire come
pesci fuor d’acqua. Il dono di Dio no, vuole che quando ci accoglierà nella sua
casa, noi ci troveremo perfettamente a nostro agio, nel nostro ambiente, perché
il Signore ci dona questa caratteristica. Ad esempio , è lo Spirito del Figlio che produce nel cuore la
capacità di poter dire Abba Padre (Galati
4:6).
Tutto quello che Dio ci ha dato, ce lo ha dato nel Figlio per
riprodurre negli uomini che diventano figli di Dio per fede, delle
caratteristiche del Suo Figliuolo.
Il Signore Gesù è e rimane unico.
Non si
parla di uguaglianza, ma di somiglianza al figlio di Dio.
Questo è il grande
dono che Dio ci ha dato, questa è la vita eterna che Dio ci dona. Era solo
presso Dio e noi non potevamo conoscere niente, ma è venuta in questo mondo.
Gli Evangeli sono il quadro più bello che noi possiamo immaginare, solo che noi
non siamo bravi intenditori, non siamo capaci di vedere il capolavoro. Per
valutare un grande quadro dobbiamo essere persone che hanno le capacità di
capire dov’è il tratto eccezionale. La vita del Signore è esattamente questo.
Ripetiamo perché ci sia di incoraggiamento. Osservare il Signore, leggere con
fede gli Evangeli non solo per dire è il mio Salvatore è venuto per morire per
me, perché ci interessa questo lato della presenza del Signore in questo mondo,
ma per vedere la manifestazione della vita eterna e siccome Dio è amore e il
Suo cammino lo porta alla croce a morire per noi è tutto compreso.
A volte si sente dire che l’Antico testamento
non parla di vita eterna. Sostanzialmente è vero, finché il Signore non è
venuto in questo mondo e ha illustrato che cosa veramente è la vita eterna,
tutto quello non poteva essere ritratto davanti agli uomini, ma la vita del
Signore è il ritratto della vita eterna vissuta e manifestata sulla terra.
Certo la vita eterna è Cristo stesso “Egli è il vero Dio e la vita eterna”, lo
è personalmente, ma lo è, e per noi è della massima importanza, il modo in cui Lui ha vissuto in questo mondo
manifestando la perfezione divina i caratteri di amore di un Dio che è venuto
in questo mondo, in mezzo agli uomini, perché voleva donarci queste
caratteristiche. L’esistenza eterna? No la vita eterna, la vita con Dio, nella
perfetta tranquillità, nel nostro ambiente. Noi saremo nel cielo come a casa
nostra, perché è la nostra patria.