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mercoledì 1 aprile 2015

1 Aprile

Ho avuto grande amarezza; ma tu, nel tuo amore, mi hai liberato dalla fossa della decomposizione, perché ti sei gettato dietro alle spalle tutti i miei peccati.
Isaia 38:17

La vita… la vivo nella fede del Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato sé stesso per me.
Galati 2:20

L’uomo, un dio decaduto?

Lamartine, celebre poeta francese del XIX secolo, ha scritto: “Limitato nella sua natura, infinito nei suoi desideri, l’uomo è un dio decaduto, che ha un ricordo del cielo...”.
L’uomo è un essere mortale, assoggettato al proprio corpo, limitato nel tempo e nello spazio, sottoposto alle leggi fisiche, schiavo delle proprie passioni, dipendente dalle proprie emozioni. È anche uno spirito curioso, desideroso di conoscere la sua fine, che si pone delle domande relative al suo passato, al suo avvenire, a Dio, all’aldilà.
Ma è proprio “un dio decaduto”? Egli è stato creato a immagine di Dio, a sua somiglianza (Genesi 1:26). Ma a causa della sua disobbedienza è decaduto, è stato scacciato dal giardino di Eden e separato dal suo Creatore. Anche se non se ne rende conto, soffre di questo distacco e, dentro di sé, serba il sentimento della sua colpevolezza. Dio ha voluto regolare la questione del peccato e abolire la distanza che lo separava dalla sua creatura, poiché ogni essere umano è unico, insostituibile ai suoi occhi. Egli ha amato l’uomo decaduto fino a mandare il proprio Figlio ad incontrarlo e a salvarlo.
Che sensazione straordinaria scoprire che Dio desidera la mia felicità terrena e eterna! “Infatti io so i pensieri che medito per voi”, dice l'Eterno, “pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza” (Geremia 29:11).

“Che cos’è l’uomo, perché tu ti ricordi di lui?” (Salmo 8:4). Anche oggi, Dio vuole salvare e rendere felice ogni sua creatura.