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domenica 19 aprile 2015

19 Aprile

Non ti stimare saggio da te stesso.
Proverbi 3:7

Chi pensa di stare in piedi guardi di non cadere.
1 Corinzi 10:12

Proteggimi, o Dio, perché io confido in te.
Salmo 16:1

Fiducia in chi?

La pazienza di Giobbe è diventata proverbiale, e anche la Bibbia ci invita ad ammirarla (Giacomo 5:11). Dio dice di quest’uomo: “Non ce n’è un altro sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Dio e fugga il male”; ma egli nutriva nel proprio cuore una segreta soddisfazione di se stesso. Ed ecco che arrivano le prove, la perdita dei figli e dei beni, la malattia e infine le insinuazioni ingiuste dei suoi amici. Così Giobbe perde la pazienza. Esasperato, con un fiume di parole egli proclama le sue buone opere e l'irreprensibilità della sua condotta. Allora Dio si rivela a lui, prima per mezzo di un messaggero fedele, Eliu, poi direttamente. In questo contatto con Dio Giobbe, oltre ad imparare a conoscerlo meglio, impara anche a conoscere se stesso (Giobbe 42:5-6). Egli scopre che il bene viene da Dio (Giobbe 38:4-38) e passa così dalla fiducia in se stesso alla completa fiducia in Dio.
La storia di Davide e Golia (1 Samuele 17) ci insegna che se la fiducia in se stessi può creare un campione orgoglioso, la fiducia in Dio crea dei vincitori. Il gigante, cosciente della propria forza, sfida chiunque a misurarsi con lui. Il giovane Davide, umilmente, confida in Dio. Egli ha in mano una fionda, ma non si affida ad essa. Egli dice a Golia: “Tu vieni verso di me con la spada, con la lancia e con il giavellotto; ma io vengo verso di te nel nome dell'Eterno” (v. 45).

In situazioni molto diverse, Giobbe e Davide hanno ricevuto la ricompensa della loro fiducia in Dio. In chi mettiamo la nostra fiducia? Nelle nostre proprie risorse, materiali, intellettuali o morali, cioè nel nostro “io”, oppure soltanto in Dio?