Il profeta ripete in continuazione “Così parla il SIGNORE” (1, 3, 4, 6, 7, 9, 20, 23), affinché tutti
vengano messi a conoscenza del pensiero di Dio. Quando noi leggiamo la Bibbia , o la citiamo ad
altri, non dovremmo mai perdere di vista che è Dio che parla.
Le persone a cui si rivolge il profeta odono le promesse che avrebbero
ricevute, perché il loro Dio non li dimenticherà e Gerusalemme, un tempo
disabitata e desolata (Neemia 11:1/2), sarà di nuovo abitata da una popolazione di
ogni età (4/5).
Il primo a tornare nella città sarà il SIGNORE (3) e con Lui arriveranno
le benedizioni (9,12), il timore scomparirà (13) e ciò che sembra impossibile
all’uomo sarà reso possibile dalla Sua presenza (6).
Non è così anche per noi oggi? La presenza del Signore in mezzo ai Suoi
(Matteo 18:20) non garantisce una piena sufficienza in tutto ciò di cui hanno
bisogno?
Incoraggiamento
Il profeta incoraggia i suoi ascoltatori a dire “la verità ciascuno al
suo prossimo ” (16) e la stessa esortazione è fatta da Paolo ai credenti di Efeso che sono chiamati a questo perché
“membri gli uni degli altri” (Efesini 4:25).
Al termine del suo discorso il profeta aggiunge ancora: “amate la verità
e la pace” (16). Occorre perciò che la
verità sia amata, conosciuta e vivente in noi per produrre un vero amore
reciproco (2 Giovanni 1/2).
Allora anche i “digiuni” (19) diventeranno un argomento di gioia e di
esultanza.
Ci dia il Signore di realizzare la Sua vicinanza affinché, benedetti dalla Sua
presenza, possiamo mostrare amore gli per gli altri in modo che il mondo conosca che siamo Suoi
discepoli (Giovanni 13:34/35).
D.C.