La notte è avanzata, il giorno è vicino.
Romani 13:12
La venuta del Signore è vicina.
Giacomo 5:8
Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri.
1 Tessalonicesi 5:6
Il ritorno del Signore
È singolare
il fatto di non vedere, tra i cristiani, dell'interesse per quello che è
chiamato “il ritorno del Signore”, mentre la Parola di Dio, a questo riguardo,
ci parla di speranza, di gioia ineffabile e gloriosa.
Così, tra le grandi consolazioni che il
Signore Gesù ha lasciato durante il suo soggiorno sulla terra, ce n’è una che
dovrebbe avere più impatto nel nostro cuore. È la consolazione che ha dato ai
suoi discepoli: “Tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io,
siate anche voi” (Giovanni 14:3). La sua assenza è soltanto temporanea; non
siamo separati dal nostro Salvatore che per breve tempo. La sua promessa
rimane. Il Signore sta per tornare dal cielo. Che sappiamo vivere
nell’attesa di quel meraviglioso momento in cui, in un istante, in un batter
d’occhio (1 Corinzi 15:52), Cristo “trasformerà il corpo della nostra
umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria” (Filippesi 3:21).
Dal cielo, egli cerca ancora oggi la pecora perduta; raduna, nutre e ama
teneramente quelli che gli appartengono, preparandoli per il suo ritorno.
Amici credenti, ignoreremmo forse tutto
questo? Oppure saremmo insensibili all’imminenza di tale avvenimento? Siamo
pronti! E, nell’attesa di quell’istante, il Signore ci metta a cuore la
salvezza degli uomini senza speranza! La porta della grazia è ancora
aperta, perché molti si rivolgano a Dio per servirlo e aspettare dal
cielo “Gesù che ci libera dall’ira imminente” (1 Tessalonicesi 1:10).
Dobbiamo dunque vegliare e pregare.