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giovedì 19 novembre 2015

Il grande albero ed il lievito - Luca 13:18/21

Queste due parabole ci presentano il lato esteriore del regno di Dio.
Il Signore, in questa parabola, lo paragona a un “granello di senape” che cresce e diviene un albero dove trovano rifugio gli uccelli del cielo, poi, come al “lievito” messo in tre misure di farina.

Un “grande albero”, nella Parola, tipifica sempre una grande potenza o un grande personaggio (cfr. Ez 31:1/9 – Da 4:20/27) ed è quello che è diventato il regno di Dio quando, in assenza del Re, è cresciuto ed con l’ombra dei suoi rami ha dato rifugio ad ogni sorta di persone.

Un altro carattere di questo regno è presentato dal “lievito” messo nella farina.
Il “lievito” ci presenta le dottrine degli uomini che si mischiano a ciò che viene da Dio. Anziché dimorare attaccati alla Parola di Dio che ha formato il regno, gli uomini vi hanno introdotto i propri pensieri e le loro dottrine. All’inizio del cristianesimo sono stati introdotti falsi insegnamenti che si sono sviluppati e, come il lievito, hanno svolta la loro azione e “lievitato” tutta la farina.

Ecco come può apparire il cristianesimo oggi: un “regno” nel quale vi trovano rifugio e protezione ogni sorta di uomini con pensieri e dottrine che non sono conformi al pensiero di Dio.

È proprio la consapevolezza di questo stato generale delle cose intorno a noi che dovrebbe spingerci a parlare con sempre più fermezza delle verità che sono nella Parola di Dio, senza lasciarci sopraffare dal “così fan tutti”. Il fatto che su altri “rami” vi si posino degli uccelli non significa che debba essere così anche sul il nostro e questo vale sia a livello personale sia a livello collettivo.
Abbiamo, nella Parola, tutte le risorse che ci permettono di vegliare affinché nella nostra farina non vi venga introdotto del lievito che, inevitabilmente, farà la sua azione.

Vegliamo chiedendo al Signore di darci quella saggezza e quel discernimento necessari per essere vigilanti a queste cose.


D.C.