“Ho pazientemente aspettato il SIGNORE, ed egli si è chinato su di me e ha ascoltato il mio grido. Mi ha tratto fuori da una fossa di perdizione, dal pantano fangoso; ha fatto posare i miei piedi sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi” Salmo 40:1-2.
Questo salmo, scritto da Davide, non descrive delle circostanze che lui ha attraversato come qui ci sono presentate ma, anticipa ciò che il Signore Gesù attraverserà. Infatti, più avanti leggeremo: “Tu non gradisci né sacrificio né offerta; m'hai aperto gli orecchi. Tu non domandi né olocausto né sacrificio per il peccato. Allora ho detto: Ecco, io vengo! Sta scritto di me nel rotolo del libro. Dio mio, desidero fare la tua volontà”, come ben sappiamo, queste parole sono vere solo del Signore Gesù e a Lui riferite in Ebrei 10:5.
Qui, nel nostro salmo, il Signore stesso ci viene presentato come colui che ha pazientemente aspettato. Neppure Lui in questa, circostanza, ha ricevuto una risposta istantanea. Egli sapeva bene che questo “ritardo” non corrispondeva ad un rifiuto, ma era necessario attendere che i piani di Dio si adempiessero. Dio risponde alle preghiere nel momento più adatto per il compimento dei suoi progetti nella nostra vita.
Il Signore paragona la sua liberazione dalla morte alla liberazione da una fossa di perdizione, da un pantano fangoso. Benché la liberazione di Cristo sia unica, in un certo modo noi tutti possiamo sperimentare la potenza del Dio che salva dalle fosse e dalle paludi disseminate, come sappiamo molto bene, lungo l'intera nostra esistenza.
Nella fossa di perdizione si trova, in particolar modo, l'individuo non convertito. In un pantano fangoso si trova immerso il professante religioso. Poi ci sono le paludi della malattia, della sofferenza e del dolore. Ci capita di affrontare il pantano della privazione, del lutto, della solitudine o dello scoraggiamento. Si tratta di esperienze impossibili da dimenticare, periodi in cui piangiamo e ci lamentiamo ma ci sembra non accadere nulla. Dobbiamo seguire l'esempio del nostro Salvatore e imparare ad attendere pazientemente l'intervento di Dio. Egli, nei suoi tempi e nei suoi modi ci trarrà fuori ma, potremo contare fin da subito, sulla Sua compagnia accanto a noi.