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domenica 17 aprile 2022

Notte di Pasqua

Terribile notte per il paese delle Piramidi. Il Faraone, che si fa venerare come un dio, trema sul suo trono. Dio ha comandato ed essi hanno rifiutato di ubbidire. Ha parlato e non hanno voluto ascoltare. Ora esce per giudicare: durante la notte manderà un angelo che colpirà i primogeniti.


Entriamo con il pensiero in alcune case degli egiziani. Là, sugli stipiti non c'è traccia di sangue. La vita continua con il suo ritmo. Si ragiona per persuadersi che non c'è ne Dio ne giudizio che tutto continuerà come prima, ma l'angelo passerà ugualmente perché ciò che Dio dice lo compie. L'alba li troverà nel lutto e nel dolore. Sarà troppo tardi.


Qui, invece, nelle famiglie ebraiche, lo stipite della porta è cosparso di sangue, sono tranquilli. L'agnello è stato immolato. Non c'è alcun timore, hanno creduto alla parola di Dio. Ciascuno prova, nello stesso tempo, la gioia di essere al riparo dal giudizio e la riconoscenza verso Dio che ha dato loro un mezzo di salvezza.


Siamo tutti nel paese d'Egitto, tutti colpevoli: voi, io e tutti gli uomini. Abbiamo peccato. Il giudizio attende ma giungerà. Esiste un unico mezzo di salvezza. Un agnello è  l'Agnello di Dio che si è offerto sulla croce come riscatto per noi e il suo sangue purifica da ogni peccato coloro che credono. Avete messo il sangue sulla vostra porta? In altre parole: avete creduto al sacrificio di Cristo? Oppure non c'è traccia di quel sangue sulle vostre porte? La differenza è enorme. E' la stessa che c'è fra la vita e la morte, fra la benedizione e la maledizione.


“Io prendo oggi a testimoni contro a voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, onde tu viva” Deut. 30:19.