Cristo, a suo tempo, è morto per gli empi… Dio mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
Siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo.
Romani 5:6-10
2. La
crocifissione di Gesù Cristo
Gli uomini hanno una grande responsabilità nella morte di Gesù Cristo. Ma,
come abbiamo visto ieri, non possiamo ridurre la colpa e la causa di questa
morte semplicemente ad un’ingiusta decisione giudiziaria. Alla base c’è l’odio
verso Dio che cova nel cuore di ogni uomo a causa del peccato che è nella sua
natura.
Ma i Vangeli ci rivelano un altro aspetto. Gesù aveva detto più volte ai
discepoli: “Il Figlio dell’uomo sta per essere dato nelle mani degli uomini;
essi lo uccideranno” (Matteo 17:22-23). Gesù, nonostante sapesse questo, aveva
scelto di offrirsi volontariamente a Dio e di
offrire la Sua vita per salvare l’umanità.
Dio è santo, assolutamente separato dal male, e il peccato, cioè la
disubbidienza a Dio, è totalmente incompatibile con la Sua santità. Ma Dio è
anche amore e ha un’immensa compassione per i peccatori quali noi siamo. Come
ha saputo conciliare la Sua santità col Suo amore? La croce di Cristo è la
risposta divina a questa domanda. È per ubbidienza verso Dio
che lo aveva mandato, e per amore per l’uomo
peccatore, che Gesù ha accettato di morire su quella croce. Lui, che
era senza peccato, si è fatto carico dei nostri peccati e ne ha subito il castigo. Gesù ha preso il posto dei
colpevoli. Il prezzo è stato pagato, la giustizia di Dio è stata soddisfatta.
Dio è “giusto” quando perdona totalmente tutti quelli che si riconoscono
peccatori e che credono che Gesù è morto per espiare i loro peccati.
Cristo è morto un venerdì sera ed è stato messo in un sepolcro. Ma la morte
poteva forse trattenere il Figlio di Dio, il principe della vita?
(segue e si conclude domani)