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sabato 3 giugno 2023

03 giugno - Si chiamava “Dolore”

Nella mia angoscia invocai il SIGNORE, gridai al mio Dio. Egli udì la mia voce… il mio grido giunse a lui, ai suoi orecchi.

Salmo 18:6

 

In pace mi coricherò e in pace dormirò, perché tu solo, o SIGNORE, mi fai abitare al sicuro.

Salmo 4:8

 

Si chiamava “Dolore”

 

Un bambino è appena nato. Il parto purtroppo è stato difficile, con grandi sofferenze per la mamma. Lei lo chiama “Iabes” poiché, dice, “l’ho partorito con dolore” (1 Cronache 4:9). Un nome che ha segnato l’infanzia di questo ragazzo.

Diventato adulto, Iabes fa una preghiera, apre il suo cuore a Dio e gli espone tutta la sua preoccupazione: “Benedicimi, ti prego; allarga i miei confini; sia la tua mano con me e preservami dal male in modo che io non debba soffrire”. Non esita a chiedere molte cose, tanto è segnato dal problema della sofferenza; forse si augura di troncare con questo “dolore” legato al suo nome. Così si affida alla bontà di Dio che può liberarlo e benedirlo. Come risponde Dio? “Dio gli concesse quanto aveva chiesto” (1 Cronache 4:10). Il testo biblico aggiunge: “fu più onorato dei suoi fratelli”.

Se la nostra infanzia ha lasciato delle cicatrici dolorose, invochiamo Dio e diciamogli tutto il nostro dolore. Il Creatore che ci ha formati, e ci ha amati ancor prima del nostro concepimento, non ci deluderà. Avviciniamoci a Lui con fede e apriamogli il cuore. Egli desidera liberarci dall’amarezza e dal risentimento; vuole donarci una pace che supera ogni comprensione. Gesù ha detto: “Colui che viene a me, non lo caccerò fuori” (Giovanni 6:37).