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martedì 13 giugno 2023

Relazioni - testimonianza

Galati 6:10, esortando a non stancarsi nel "fare il bene", precisa "secondo che ne abbiamo l'opportunità, facciamo del bene a tutti ; ma specialmente a quei della famiglia dei credenti". L'aiuto materiale occupa qui un importante spazio senza dubbio, come insegna Giovanni nella sua prima epistola, dobbiamo, prima di tutto, agire verso i nostri fratelli nel bisogno. Ma il versetto dice anche: verso tutti, "secondo che ne abbiamo l'opportunità". L'aiuto offerto a qualcuno nel bisogno, posto sul nostro cammino, può aprire una porta alla presentazione del Vangelo.

"Fare il bene", significa anche condividere, con i credenti che il Signore ci fa incontrare, i beni spirituali di cui ci ha ricolmati, non custodire il "tesoro" solo per noi stessi, ma, come abbiamo detto, diffondere la verità, sia verbalmente che per iscritto o attraverso altri mezzi che il Signore utilizza.

Ogni nostro comportamento ha importanza. Il Signore dice ai Suoi discepoli: "Voi siete il sale della terra" (Matteo 5:13). Non dice loro: dovete essere, ma: voi siete, che in tutta la sua condotta nel mondo, il credente sia colui che preserva dalla corruzione ed aiuta ad allontanarsi dal male! La cattiva condotta di un figlio di Dio  un impedimento all'Evangelo e può essere un'occasione di caduta per altri.

Il Signore dice anche: "Voi siete la luce del mondo", testimonianza silenziosa, ma chiara, lampada posta sul candeliere e non sotto il moggio (le  attività professionali) o il letto (la pigrizia) (Matteo 5:14/16). Questa lampada fa luce "a tutti quelli che sono  in casa" (vrs. 15), anche agli ospiti (Luca 8:16). Nel mondo brilla per tutti. Un chiaro ostacolo al fatto che la luce possa brillare,  l'amore per il mondo e per le cose che sono nel mondo: "Se uno ama  il mondo, l'amor del Padre non  in lui" (1 Giovanni 2:15).

Per la grazia di Dio e per la conoscenza della Persona del Salvatore, i credenti sono "fuggiti dalla corruzione che è nel mondo per via della concupiscenza" (2 Pietro 1:4). Affinché diventi una realtà pratica, non bisogna camminare "come si conducono i pagani" (Efesini 4:17), accettare l'essere diversi, non partecipare attivamente a ciò che ci allontanerebbe dal Signore, non frequentare luoghi nei quali Egli non ci accompagnerebbe. Anche questo fa parte della testimonianza: separati moralmente dal mondo per Dio, ma pronti, come lo è stato il Signore Gesù, ad essere un aiuto per coloro che sono lontani da Lui (Luca 5:29/32).

Un tale comportamento non è possibile se non grazie ad una fede attiva, vivente, attaccata al Signore: "questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede" (1 Giovanni 5:4). La fede ha altri scopi rispetto a coloro che sono nel mondo, altre gioie. Gli increduli troveranno questo strano (1 Pietro 4:4); essi dovranno rendere conto di loro stessi a Colui che  pronto a giudicare i viventi ed i morti. Ma in attesa di questo, sarà stata data testimonianza del valore di tutto ci che Dio ha reso prezioso ai nostri cuori, in primo luogo della Persona del suo Figliuolo.