Siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio.
Romani 12:2
Accettare
Questa semplice parola richiama
alla nostra mente l’idea di uno sforzo di fronte alle contrarietà, alle difficoltà
o alle prove. In effetti, con tutte le scelte che devo fare, con tutte le
incombenze e le complicazioni di ogni giorno, non è sempre facile accettare che
certe situazioni difficili siano necessarie. Non è facile accettare gli anni di
vecchiaia nei quali bisogna sottomettersi all’immutabile declino che conduce
alla morte.
Per me che credo al Signore,
“accettare” equivale a sottomettermi a Dio,
credere che le circostanze della mia vita, anche quelle che mi sembrano
contrarie, sono permesse o ordinate da Lui. Vuol
dire riconoscere in ogni situazione la mano del Signore che fa “ogni cosa bene”
(Marco 7:37). Troppo spesso siamo pronti a dire come Giobbe: “I miei disegni, i
disegni cari al mio cuore sono distrutti” (Giobbe 17:11); oppure come Giacobbe:
“Tutte queste cose pesano su di me!” (Genesi 42:36) quando Dio, a sua insaputa,
stava preparando un immenso conforto per il suo cuore straziato: avrebbe
ritrovato Giuseppe, il figlio tanto amato che credeva morto.
La nostra consolazione deriva
dalla certezza che il Padre nostro celeste
conosce e misura tutte le nostre sofferenze, e le attraversa con
noi. “Fu il loro salvatore in tutte le loro angosce… nel suo amore e nella sua
benevolenza egli li redense; se li prese sulle spalle e li portò” (Isaia
63:8-9).
Impariamo ad accettare da parte
di Dio le situazioni dolorose, con la persuasione che “tutte le cose cooperano
al bene di quelli che amano Dio” (Romani 8:28).