Giosafat: un uomo inizialmente fedele (2 Crocache 17)
Ecco allora che l’esempio di Giosafat è lì per parlarci, per scuoterci dall’apatia, e se necessario per abbattere le nostre pretese di “religiosità”. Il Signore sa che nel mio dire non c’è alcuna condanna, perché dovrei essere io il primo imputato, ma deve essere il Signore e il suo Spirito a risvegliare le nostre menti e coscienze perché noi possiamo piacergli sempre di più ogni giorno.
Prendendo spunto dal brano di 2Cronache 17 osserviamo alcune caratteristiche che definirei importanti del credente Giosafat, all’inizio della sua carriera:
1. Era un uomo diligente e cauto (vv.1 e 2), aveva fatto tesoro dell’esempio di suo padre Asa da cui peraltro prenderà spunto anche per la sua vita da re. E noi da chi abbiamo preso spunto e raccolto un tesoro (spirituale)?
Abbiamo un credente maturo a cui far riferimento e da cui trarre esempio, come molti esempi biblici ci suggeriscono? O preferiamo fare da soli, seguendo i consigli del nostro cuore malvagio, o della nostra indipendenza? (Pr 15:22).
2. Era un uomo veramente spirituale (vv. 2 e 3); troviamo dei particolari che ce lo confermano, infatti egli camminava nelle vie dei suoi padri e di Davide, inteso come esempio positivo (1Re 15:3), non seguiva i pagani (uno dei significati del nome Baal è “mio signore”), la sua condotta era essenzialmente basata sui comandamenti del suo Signore e Dio, non sulle idee del mondo di allora o del suo popolo.
3. Era un uomo approvato da Dio e molto stimato dal suo popolo (vv. 3 e 5). Che grande benedizione questa, che vale avere tutto se non si ha l’approvazione del Signore nella nostra vita? Se siamo approvati da lui, possiamo anche attraversare momenti bui ma avere la sua pace in noi stessi. È importante avere l’approvazione di colui che vuole essere sempre con noi, del nostro amico per eccellenza. E di solito, ma non sempre, oltre all’approvazione del Signore, segue anche quella degli uomini.
4. Egli viveva separato dal peccato (v. 1), egli si fortificò contro Israele (il cui re era il malvagio Achab) e (v. 4) è detto che viveva senza imitare i costumi dei pagani, anzi separandosi da essi, cioè tenendosi lontano dal peccato che caratterizzava l’altro regno, quello malvagio di Achab.
5. Era un uomo molto benedetto dal Signore (v. 6), aveva infatti enormi ricchezze e tesori e più di un milione di uomini nel suo esercito pronti alla guerra (vv.14 a 18);
6. Era anche un uomo coraggioso e deciso (v. 6) e questo era il risultato del suo attaccamento alle “vie del Signore” cioè alla sua Parola e all’ubbidienza alla sua volontà.
7. Era un uomo protetto da Dio (vv. 10 e 11); infatti pure i popoli pagani che circondavano il suo regno gli portavano tributi, ed avevano terrore del suo Signore Dio. Dio stesso non permise a nessuno di attaccare Giosafat e il suo regno. Che bello essere dipendenti da Dio in tutto e per tutto ed essere approvati e protetti da lui direttamente. I malvagi non scompariranno, e nemmeno le insidie spariranno, ma sapere di essere custoditi e protetti dal Signore è una grande benedizione e un “riposo” per le nostre menti e le nostre anime.
(segue e termina domani)