Seguici anche su Facebook!

Seguici anche su Facebook! Unisciti al Gruppo cliccando su:
https://www.facebook.com/groups/287768858057968/

venerdì 2 giugno 2023

Alcune considerazioni sulla legge del Sinai (3/3)

 

3. Infine, si presenta spesso la Legge come una regola di vita per il credente che è stato ricevuto in grazia e vivificato da Cristo.

Vi sono teologi che eliminano giustamente dalla legge mosaica tutto ciò che è cerimoniale e politico, e ne prendono soltanto la parte morale; poi, non tenendo conto che Dio prevedeva dure condanne per i trasgressori e che l’osservanza anche di questi principi morali era una condizione per ricevere le benedizioni di Dio, la presentano ai cristiani come la sola regola di condotta. Questo è sbagliato.

E’ vero che le esigenze della santità di Dio non sono cambiate e che il cristiano non potrà fare a meno che impegnarsi a rispettare i principi morali che Dio ha insegnato. Ma per noi credenti la regola di condotta è Cristo, che è morto e risuscitato per noi, e che per noi è ora seduto nei cieli. E’ Lui il perfetto modello che la grazia ci mette davanti. In Lui vedo molto di più del semplice compimento della legge. La regola della mia vita è molto più elevata di tutto ciò che la legge poteva esigere; presentare la legge, per di più mutilata, come regola di condotta, è come se, per misurare un pezzo di stoffa da un negoziante, si usasse un metro più corto del normale. La regola della mia vita è l’amore di Cristo; tutto ciò che non è in armonia con questo amore e con la mia chiamata celeste, è peccato. 

Il riassunto della legge e dei profeti è: “Ama il tuo prossimo come te stesso” (Matteo 22:39). Qui il “limite” dell’amore per il prossimo è la nostra persona, siamo “noi stessi”. Ma l’Evangelo va molto più lontano, perché Cristo ha amato noi più di se stesso, perché s’è sacrificato per noi. E Giovanni dice: “Egli ha dato la sua vita per noi; anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli” (Giovanni 3:16). Ecco dunque una regola molto più alta di quella della legge e dei profeti. Di fronte a questa regola della legge, senza dubbio sono io che sono troppo “corto”; e di fronte a Cristo,  perfetto modello, come sono piccolo! 

Tutto ciò che il Signore chiedeva al giovane ricco (Marco 10:17-22), Egli l’ha fatto. Gli chiese di ubbidire alla Legge, e Cristo l’ha fatto perfettamente. Poi gli chiese di fare più di ciò che la legge esigeva, cioè di spogliarsi di tutti i suoi beni per darli ai poveri, e anche questo il Signore l’ha fatto: s’è spogliato della gloria del cielo per venire su questa terra; quaggiù s’è spogliato della gloria e dei beni terreni; e s’è spogliato anche del solo bene che aveva quaggiù, cioè la sua vita; tutto questo in favore di poveri peccatori che, salvati per grazia, voleva possedere come suo tesoro nel cielo. Che cos’è la legge di fronte a queste cose? 

Il Signore Gesù Cristo: ecco la nostra regola. Non una legge che s’indirizzava a uomini “nella carne” (Romani 7:5). Quando si tratta di “misurare” la nostra vita, è di somma importanza prendere il metro che Dio ha stabilito, e non un metro esatto in altra epoca, ma troppo corto per il riscattato, diventato figlio di Dio. La legge, o i suoi precetti, possono essermi utili e profittevoli; ma questi stessi precetti li vedo in Cristo, e infinitamente di più.