Non faccio nessun conto della mia vita, come se mi fosse preziosa, pur di condurre a termine con gioia la mia corsa e il servizio affidatomi dal Signore Gesù, cioè di testimoniare del vangelo della grazia di Dio.
Atti 20:24
Cristo ci ha amati e ha dato se
stesso per noi.
Efesini 5:2
Due o tre anni della mia vita
Nel giugno 2012 un calciatore
italiano ha fatto questa dichiarazione: “Darei due o tre anni della mia vita
per un posto nella finale europea”. La passione del gioco e certamente anche la
soddisfazione personale e il guadagno governavano la sua vita.
Questo atteggiamento è opposto
alla fede cristiana. Gesù, nel Vangelo di Giovanni 5:44, ci avverte: “Come
potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri e non cercate la
gloria che viene da Dio solo?” Le passioni e la ricerca della gloria stimolano
gli uomini nelle loro attività, e spesso, purtroppo, fanno loro dimenticare
Dio.
Al contrario, quando Gesù è
venuto nel mondo, è vissuto nell’umiltà. Si è messo al servizio degli altri per
fare loro del bene, e non cercava la gloria dagli uomini (Giovanni 5:41). Se ha
accettato di morire per amore nostro non l’ha fatto per diventare famoso, ma
per salvarci, per liberarci dal giudizio di Dio che meritavamo. Per natura, noi
siamo egoisti e presuntuosi, schiavi del peccato; per questo Gesù dice che
dobbiamo nascere di nuovo credendo in Lui.
Allora, questa nuova vita ci animerà e potremo consacrarci al Suo servizio
e per la Sua gloria, col desiderio di onorarlo
anche servendo gli altri. Questo cambia tutto. La vita vale la pena
che sia vissuta se è vissuta per Cristo, per Lui che ci ama di un amore eterno.
L’apostolo Paolo scriveva: “Per me il vivere è Cristo” (Filippesi 1:21). Aveva
un solo scopo, un solo motivo, una sola preoccupazione: Gesù Cristo, il suo
Salvatore e il suo supremo esempio.