Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio!
2 Corinzi 5:20
L’ultima
predica
Quando il Titanic si inabissò
nell’Atlantico, nell’aprile del 1912, a bordo si trovava un giovane cristiano,
John Harper, che si preparava a partire come missionario. Quando il
transatlantico cominciò ad affondare, Harper aiutò i passeggeri a salire sulle
scialuppe di salvataggio, ma si rifiutò di salirci: “Donne e bambini prima –
diceva – e poi i credenti”. All’ultimo momento diede ad un ragazzo anche la sua
cintura di salvataggio. E il Titanic s’inabissò.
Un passeggero scozzese che si
trovava tra i superstiti raccontò quanto segue: «Stavo galleggiando in quelle
gelide acque aggrappato a un pezzo di legno quando un’ondata portò vicino a me
John Harper, anche lui aggrappato a qualcosa che galleggiava. Mi gridò: “Sei un
credente?” “No”, gli risposi. Allora continuò, ad alta voce: “Credi al Signore
Gesù, e sarai salvato!”. Le onde lo allontanarono; poi lo riavvicinarono a me e
mi ripeté la stessa domanda: “Sei un credente, sei un salvato?” Purtroppo
dovetti rispondergli di no, che non ero salvato. Allora di nuovo giunsero alle
mie orecchie, in mezzo alle grida e al frastuono delle onde, quelle stesse
parole “Credi nel Signore Gesù, e sarai
salvato!”
Furono le ultime parole di John
Harper. Un istante dopo scomparve tra i flutti.
Allora, in pieno oceano, nelle
ore tragiche che seguirono, mi rivolsi al Salvatore e misi la mia vita nelle
Sue mani. Fui l’ultimo uomo condotto a Dio per mezzo della predicazione di John
Harper.»