“Perciò non ci scoraggiamo; ma, anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno” 2 Corinzi 4:16.
L'uomo esterno è questo corpo d'argilla. Le malattie, le fatiche, i dolori e le preoccupazioni ci affliggono, la semplice fuga di anni, lo vanno inesorabilmente consumando e disfacendo.
Se c'è qualcosa che ci dovrebbe colpire quando lo consideriamo, non è tanto il suo vigore e la sua bellezza “Una voce dice: Grida! E si risponde: Che griderò? Grida che ogni carne è come l'erba che tutta la sua grazia è come il fiore del campo. L'erba si secca, il fiore appassisce” (Isaia 40:6-7), ma la sua morte progressiva.
Quella parola morte la vediamo scritta ovunque: nelle declinanti energie della nostra giovinezza, nelle prime infermità degli anni maturi, nelle rughe precoci della nostra fronte, nel tremito delle nostre mani, nella rigidità dei nostri movimenti, nei passi incerti...
Ma se l'uomo esterno muore di giorno in giorno, l'uomo interno, l'anima rigenerata, si rinnova di giorno in giorno. Quanti credenti hanno fatto questa esperienza!
Mentre l'uomo esterno s'infiacchiva per le malattie che lo insidiavano o per il semplice peso degli anni, mentre la stanchezza del corpo aumentava gradatamente, mentre le infermità si facevano più minacciose ed appariva più vicina la morte; l'uomo interno acquistava man mano delle forze inaspettate, i suoi affetti si andavano purificando, il suo senso spirituale si faceva più acuto, la sua visione reale diventava più chiara e luminosa, la gioia nel Signore più intensa e profonda. “Perciò non ci scoraggiamo”.
Il Signore vuole che il nostro cuore sia riscaldato del continuo dal suo amore.
“Il vostro cuore non sia turbato” Giovanni 14:1. Qui il Signore stava alludendo a un problema che nessun cardiologo al mondo può curare e di cui tanto il mondo soffre. Ma il Signore, rivolgendosi ai suoi poteva aggiungere: “abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me!”.