Dio è fedele e non
permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi
darà anche la via d'uscirne, affinché la possiate sopportare.
1 Corinzi 10:13
Nella tempesta con Gesù
(leggere
Marco 6:45-52)
Questa scena
impressionante dei discepoli di Gesù che affrontano la tempesta sul lago di
Galilea ha ispirato molti pittori e poeti. Qual è il suo messaggio per noi?
Il credente non è mai
solo, specialmente quando passa per le prove della vita. Gesù seguiva da vicino
i suoi discepoli, anche se li aveva mandati all'altra riva del lago; è lì con
loro, anche in mezzo alla tempesta. E quando lo ritiene utile, interviene. Nel
loro spavento i discepoli odono queste parole così rassicuranti:
"Coraggio, sono io; non abbiate paura!". Subito dopo, con grande
stupore, si trovano su un mare calmo.
Un mare agitato, questo
è il mondo in cui i credenti devono vivere; ma sanno che il loro Signore nel
cielo prega per loro (Romani 8:34). Sanno pure che Dio misura l'intensità e la
durata della prova. Nel racconto dell'evangelista Marco, l'ora in cui essa
termina è indicata: "verso la quarta vigilia della notte" (Marco
6:48). Nell'evangelo di Giovanni, è precisata la distanza: "venticinque o
trenta stadi" (Giovanni 6:19). Così il credente sa che Dio conosce tutti i particolari delle
sue circostanze. Dio veglia su di
lui nei momenti difficili e mette dei
limiti alla sofferenza.
Se passiamo per delle
circostanze difficili (malattia, lutto, problemi materiali), rimettiamole a Dio
Padre che dichiara: "Felici quelli che hanno sofferto (o: sopportato la prova) pazientemente"
(Giacomo 5:11). Inoltre pensiamo che Dio ha uno scopo: "... per farti,
alla fine, del bene" (Deuteronomio 8:16).