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venerdì 23 gennaio 2015

23 gennaio

Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscirne, affinché la possiate sopportare.
1 Corinzi 10:13

Nella tempesta con Gesù
(leggere Marco 6:45-52)

Questa scena impressionante dei discepoli di Gesù che affrontano la tempesta sul lago di Galilea ha ispirato molti pittori e poeti. Qual è il suo messaggio per noi?
Il credente non è mai solo, specialmente quando passa per le prove della vita. Gesù seguiva da vicino i suoi discepoli, anche se li aveva mandati all'altra riva del lago; è lì con loro, anche in mezzo alla tempesta. E quando lo ritiene utile, interviene. Nel loro spavento i discepoli odono queste parole così rassicuranti: "Coraggio, sono io; non abbiate paura!". Subito dopo, con grande stupore, si trovano su un mare calmo.
Un mare agitato, questo è il mondo in cui i credenti devono vivere; ma sanno che il loro Signore nel cielo prega per loro (Romani 8:34). Sanno pure che Dio misura l'intensità e la durata della prova. Nel racconto dell'evangelista Marco, l'ora in cui essa termina è indicata: "verso la quarta vigilia della notte" (Marco 6:48). Nell'evangelo di Giovanni, è precisata la distanza: "venticinque o trenta stadi" (Giovanni 6:19). Così il credente sa che Dio conosce tutti i particolari delle sue circostanze. Dio veglia su di lui nei momenti difficili e mette dei limiti alla sofferenza.

Se passiamo per delle circostanze difficili (malattia, lutto, problemi materiali), rimettiamole a Dio Padre che dichiara: "Felici quelli che hanno sofferto (o: sopportato la prova) pazientemente" (Giacomo 5:11). Inoltre pensiamo che Dio ha uno scopo: "... per farti, alla fine, del bene" (Deuteronomio 8:16).