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martedì 27 gennaio 2015

27 gennaio

Non è dunque per la tua giustizia che l'Eterno, il tuo Dio, ti dà il possesso di questo buon paese.
Deuteronomio 9:6

È per grazia che siete stati salvati, mediante la fede... Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti.
Efesini 2:8-9

Il figlio maggiore (II)
(leggere Luca 15:25-32)

Ecco l'altro figlio. Non ha lasciato la casa. È rimasto al servizio del padre durante l'assenza del fratello minore che aveva preteso la sua parte di eredità e se n'era andato a vivere dissolutamente. Ma ritornando dai campi sente le melodie e le danze organizzate dal padre. Si rallegrerà anche lui per il ritorno del fratello? No, preferisce restare fuori. Si irrita, non vuole entrare. È già troppo che si faccia grazia al colpevole. Suo padre esce e lo prega di partecipare alla festa con loro, ma non riceve altro che rimproveri e lamentele.

Perché questo atteggiamento? In realtà il motivo è che questo figlio maggiore, così come l'altro fratello, voleva sì far festa con gli amici, ma senza suo padre. Il suo comportamento illustra un fatto solenne: malgrado una vita apparentemente corretta agli occhi dei nostri simili, possiamo essere molto più chiusi di fronte all'amore di Dio di quelli che hanno conosciuto le amare conseguenze del peccato. Questo perché ciò che, in fondo, ci chiude l'accesso a Dio è il nostro orgoglio. "È per grazia che siete stati salvati" (Efesini 2:8). Naturalmente questo non ci piace. Vorremmo presentarci a Dio coi nostri meriti personali. Ma soltanto Dio può rivestirci con "la veste più bella", assolutamente necessaria perché possiamo essere in una felice relazione con lui. Questa veste rappresenta tutte le virtù di Cristo che ci sono attribuite gratuitamente se le riceviamo credendo semplicemente nel suo Nome. "In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati" (Atti 4:12).