Vi siete convertiti dagl'idoli a Dio per
servire il Dio vivente e vero, e per aspettare dai cieli il Figlio suo che egli
ha risuscitato dai morti
1
Tessalonicesi 1:9-10
Servire e aspettare
I cristiani di Tessalonica si erano convertiti da poco tempo, ma l'apostolo Paolo
aveva validi motivi per elogiarli. Egli ricordava nelle sue preghiere "l'opera"
della loro fede, le "fatiche" del loro amore e la "costanza"
della lo speranza (1 Tessalonicesi 1:3). Tutta la regione ne aveva sentito
parlare. Tutti sapevano che quei cristiani, dopo aver lasciato il culto degli
idoli, erano impegnati a servire Dio ad attendere il ritorno di Gesù Cristo. Questo
stesso programma è proposto ad ogni credente. Servire ed aspettare devono andare di pari passo.
Il Signore è contento se lo serviamo e, nello
stesso tempo, aspettiamo con trepidazione il suo ritorno. Col cuore pieno di
gioia al pensiero di vederlo presto, animati dal desiderio di piacergli, potremo
fare tranquillamente e con cura le cose che ci chiede.
Non
aspettiamo nell'ozio. La mente ed il cuore non possono rimanere vuoti; se non siamo
occupati a lavorare per il nostro Signore, le cose della terra prenderanno un
posto sempre più grande nella nostra vita, il nostro amore per lui perderà di
freschezza, e il nostro desiderio di essere con Lui si affievolirà.
Ogni mattina, quando ci alziamo, pensiamo che
il Signore può arrivare quel giorno stesso; e questo ci sosterrà e motiverà
tutte le occupazioni della nostra giornata. Avremo così a cuore di non sciupare
il tempo che ci resta, e di fare in modo che un giorno Egli ci possa dire: "Sei
stato fedele... entra nella gioia del tuo Signore" (Matteo 25:21).