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venerdì 23 gennaio 2015

Le varie dispensazioni (Cittadini o stranieri?) - Capitolo 4

di: G. Bulleri

PENE ETERNE
            
Due domande:
DIO E' SOVRANO?   Certamente ! Non sarebbe Dio se esistesse qualcuno in grado di imporGli dei limiti.
L'UOMO E' LIBERO?  Si! - No! 

Dio è sovrano eppure, col rispetto dovutoGli, credo di poter dire che Dio non può fare tutto.
Dio non può fare il male, non può compiere ingiustizie, non può mentire ecc. (Tito 1-2) e questo perché sono cose contrarie alla Sua Natura.
Dal canto suo l'uomo (peccatore) non può fare il bene perché è contrario alla sua natura.
Dio non si prende gioco dell'uomo quando, letteralmente, gli ordina di ravvedersi (Atti 17-30), quando gli offre il perdono e la salvezza, quando lo pone al bivio della vita e della morte e gli dice di scegliere la vita (Deuteronomio 30/29), quando la Parola dichiara che Egli ha tanto amato il mondo (tutti gli uomini, non una parte) fino a dare il Suo Unico Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna.
Dio parla all'uomo e la sua 'libertà di scelta' esiste, ma esiste solo nel fatto che nessuna forza esterna lo obbliga a rifiutare l'evangelo, il dono di Dio, la salvezza. 
Se rifiuta, se anziché la vita sceglie la morte, non avrà alcuna scusa, non potrà giustificarsi dicendo che Satana lo ha ingannato, che la società lo ha travisato, che le condizioni sociali lo hanno influenzato negativamente ecc...
Satana, la società umana e le condizioni sociali sono realtà che rappresentano ostacoli all'accettazione dell'evangelo ma nessuno di questi ostacoli è tale da rendere impossibile, per ogni uomo, dire di si.
Il definitivo NO all'evangelo è sempre un NO responsabile. Per questo nessun uomo avrà delle valide giustificazioni.
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Non è nel lato divino che troveremo mancanze, mentre purtroppo queste abbondano se esaminiamo attentamente
la responsabilità umana, e le sue eterne conseguenze.
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Mi sono incamminato in un ragionamento che mi sembra razionale, mi sembra rispetti Dio e la Sua sovranità, mi sembra esaltare il valore della morte in croce del nostro Signore, mi sembra in armonia col principio che la punizione sia proporzionata alla colpa.
Soprattutto mi sembra suggerito da precisi passi della Parola di Dio e questo mi incoraggia a proseguire, senza abbandonare la necessaria prudenza.


Ecco la nostra storia!
Noi abbiamo ricevuto, da Adamo già caduto nel peccato, una natura portata al male; siamo peccatori per natura e per pratica, una razza ormai caratterizzata dal peccato, che distingue fra bene e male ma che non sa fare il bene.

L'uomo, durante la sua vita, si macchia di colpe che meritano una punizione eterna?                 
Che cosa tormenterà gli uomini nell'eterna separazione da Dio?
Sarà il rimorso di essere 'nati' con una natura peccatrice? Dubito che qualcuno si senta veramente responsabile solo a causa della 'cattiva natura' con la quale è venuto in questo mondo.
(Circa questa cattiva natura noi stessi diciamo che i bambini in età da Dio ritenuta 'di non responsabilità', come anche gli adulti che non avessero una razionalità che permetta loro di distinguere ciò che è bene da ciò che è male, vengono automaticamente posti a beneficio dell'opera del Signore e avranno un posto nel cielo. In questo modo affermiamo che 'bambini' ed assimilati non hanno colpe personali, cioè non hanno commesso peccati ed ancora meno sono responsabili di aver consapevolmente rifiutato la grazia di Dio... e in pratica escludiamo che vengano condannati per il solo fatto di essere discendenti di Adamo, cioè dell'uomo che ha introdotto il peccato nel mondo) 
Ma Dio dice anche che gli uomini (escluso bambini ecc.) sono tutti peccatori per pratica, che hanno personalmente e consapevolmente fatto quello che è male, cioè commesso dei peccati, trasgredito le Sue leggi (come minimo quelle universali, che Lui ha scritto nella nostra coscienza), pertanto ci domandiamo: "saranno questi peccati, che implicano la nostra responsabilità personale, la fonte del rimorso di coloro che saranno eternamente condannati?"

Dio dice la verità e giustamente ci segnala e descrive la nostra condizione di peccatori. Ma potevamo non peccare mai?
La Parola di Dio non attesta forse che 'un albero cattivo non può fare frutti buoni'?
Se dunque non potevamo fare il bene, saremo eternamente infelici e condannati da Dio perché abbiamo fatto una cosa (peccare) che non eravamo capaci di evitare?
Torno a ripetere che la nostra natura peccatrice, i nostri peccati personali e la capacità dell'uomo di discernere il bene ed il male sono argomenti seri, da non trattare con leggerezza e che ne parlo solo col desiderio di ben comprenderli e poi usarli come mi sembra che Dio stesso li usi, cioè per raggiungere il Suo scopo, ed il Suo scopo è il bene delle Sue creature.
Il Giusto Dio ci illumina sulla nostra reale condizione, perché possiamo vederci come con i Suoi occhi, e ci definisce malati e senza i mezzi per curarsi.
Noi abbiamo una doppia facoltà: la capacità di discernere il male (per capire che ne siamo ripieni) e la capacità di discernere il bene (per riconoscere che Dio è Amore).
Dio poteva 'passar sopra' la nostra natura ed i nostri peccati? No! Siamo tutti convinti che non fosse possibile (Matteo 26 v.39 e 42).
Tutto il piano di salvezza di Dio è centrato sulla Persona e opera del Signore ed è solo l'efficacia della Sua morte a costituire il fondamento dell'evangelo. 
Il pieno evangelo mi fa conoscere che il Signore Gesù, il Salvatore, per amor mio, proprio per me, è stato colpito dal giusto giudizio di Dio, che ha sofferto, che è morto sulla croce e che lo ha fatto per pagare il mio debito.
Dio mi rivolge la parola, mi invita a usare la mia capacità di discernere il bene ed il male, per riconoscere e confessare che in me non si trova nessun bene, ma anche per credere a quello che Lui, in Cristo, ha fatto per me. Accetto il suo invito o lo rifiuto?
Ho un libero arbitrio perché posso accettare la Sua Parola, riconoscere il Suo bene, come posso anche rifiutarla, non riconoscere il mio male.
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Dio non ha bisogno di avvocati, ancor meno che proprio io Gli metta in bocca delle parole perché possa giustificarsi davanti agli uomini.
E' più saggio ascoltare quello che Lui dice:

Ebrei 10-28
"chi trasgredisce la legge di Mosè viene messo a morte (giudizio terreno?) senza pietà... 'di qual peggior castigo (giudizio eterno?), a vostro parere, sarà giudicato degno colui che avrà...
·calpestato il Figlio di Dio,
·considerato profano il sangue del patto (con il quale è stato santificato)
·disprezzato lo Spirito della grazia?

Giovanni 3
·'chi non crede è già giudicato, perché ha rifiutato di credere...
·'la luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno preferito le tenebre...

2 Tessalonicesi 2-10
'quelli che periscono perché non hanno aperto il cuore all'amore della verità (la verità di Dio, che è amore) per essere salvati.

Apocalisse 20-15
'E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco'

Sono in grado di dimostrare come Dio fa giungere il Suo evangelo a ogni singola creatura? Ebbene no, io non so come Dio faccia sempre giungere un Suo messaggio agli uomini, proprio a ciascuno di loro, ma conoscendo Dio sono certo che - prima di giudicare un uomo - gli offra la grazia, perché per meritare la morte eterna bisogna aver prima rifiutato la vita eterna.

Dio parla sempre! Il messaggio sarà la voce della coscienza, la testimonianza del creato, un sogno premonitore od altro, perché dove non giunge il chiaro messaggio dell'evangelo Dio parla con altri mezzi. Il Suo amore trova, nelle Sue vie infinite, il modo di parlare a tutti e quando lo ha fatto l'uomo è responsabile del no che oppone.
In Giovanni 16-8 si legge che lo Spirito Santo convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio
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Dio, nel Suo amore, ci ha fatto conoscere il criterio che usa nel giudicare l'uomo.
Si pecca in due modi:
            - volontariamente, e per questo peccato non esiste perdono (Esodo 21-14 / Ebrei 10-26)
            - per ignoranza o involontariamente (Esodo 21-13) e questi peccati sono perdonabili.
Crediamo che sia per questo motivo che Dio, con una misura di grazia che ci confonde, considera sempre tutti gli uomini come peccatori per ignoranza, quasi che fossero ciechi, incapaci di distinguere il bene dal male.
Quando si legge come il Signore è stato processato e crocifisso siamo portati a dire che i Suoi accusatori e giudici erano perfidi, iniqui e perfettamente coscienti di condannare un innocente.
Eppure il Signore stesso ha detto sulla croce..
Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno (Luca 23/34). 
Che misura di grazia !
Pietro predica al popolo che aveva gridato: "sia crocifisso" e dice...
"Ora, fratelli, io so che lo faceste per ignoranza" Atti 3-17.
Dio giunge fino a definire qualunque colpa un peccato di ignoranza, perché solo così lo può perdonare, ma il perdono è la parte solo di chi accetta l'evangelo di Dio, perché se uno lo rifiuta Dio stesso non ha altra via per salvarlo.

Il rifiuto dell'evangelo è il vero, unico peccato volontario.
(E' il peccato contro lo Spirito Santo, perché è solo lo Spirito Santo che 'convince')

Col rispetto dovuto all'Onnipotente ed alla Sua sovranità, credo di dover dire che Dio è costretto, dalla Sua giustizia, dalla Sua perfetta Natura, a condannare chi rifiuta il perdono.

Gli uomini che hanno rifiutato di accettare il Salvatore o, come ho appena detto, il messaggio che Dio ha fatto loro pervenire, compariranno davanti al grande Trono bianco dove tutto sarà messo in luce, tutte le loro azioni saranno ricordate, dove i libri saranno aperti.
Io penso che quei libri contengano proprio la storia della vita di tutti quelli che compariranno davanti a quel trono.
Tutti gli uomini sono peccatori perché hanno effettivamente commesso dei peccati, e se i peccati risulteranno molti e gravi, chi li ha commessi dovrà riconoscere quanto era malvagio, addirittura più malvagio di altri uomini pure peccatori**, e che ne era stato reso consapevole dal messaggio pervenutogli da Dio. 

Allora, perché non ha accettato il perdono di Dio?
Era un perdono totale, offerto ad un uomo che sapeva di essere perverso.
Perché ha detto NO al dono della vita eterna?
Se avesse detto SI, i suoi peccati sarebbero stati cancellati dai libri ed il suo nome sarebbe stato scritto nel libro della vita. Ma i peccati sono rimasti 'nei libri' ed il nome manca 'nel libro della vita'. 
Che rimorso!

Mi sembra che 'questo capo d'accusa' peserà sull'uomo e ne costituirà il rimorso eterno. Poteva essere salvato e ha scelto la perdizione eterna.

Se sto ben usando la bilancia divina posso dire che Dio stesso, il Giusto Giudice, userà un criterio proporzionale fra colpa e pena quando decreterà sentenze di 'giudizio eterno (Ebrei 6-2) e 'punizione eterna' (Matteo 25-46)



Nota**
Dio è giusto e la punizione sarà proporzionata alla gravità della colpa, alla responsabilità legata anche alle condizioni in cui si trovava chi ha opposto il rifiuto; quindi pene eterne si ma.... con delle differenze.

Infatti, (spero proprio di aver ben capito queste gravi parole del nostro Signore), la sorte di Tiro, Sidone, persino di Sodoma, sarà più tollerabile di quelle città di cui è detto: “guai a te Corazin... guai a te Betsaida...Capernaum..."  ma, ancora di più..." guai a voi scribi e farisei..." e, forse come responsabilità massima, "guai a quell'uomo (Giuda)".
Nell'inferno molti porteranno una pena 'più tollerabile' di quella di Satana, Giuda e....solo Dio, lo Spirito Santo, potrebbe completare questa lista, con i nomi di coloro che nel modo più sprezzante... hanno 'crocifisso di nuovo, per conto loro, il Figlio di Dio e Lo hanno esposto ad infamia'

(Matteo 11, Luca 10 – Matteo 23, Luca 11 – Matteo 26, Marco 14, Luca 22 - Ebrei 6)