Di: G. Bulleri
L'armonia di comportamento fra Dio ed i Suoi mi sembra
la caratteristica principale di ogni dispensazione, infatti sono convinto che capire il carattere delle
varie dispensazioni sia essenziale perché la nostra vita possa manifestare la
volontà del Signore nel e per il tempo in cui viviamo(*).
Per questo motivo ogni servizio e una intelligente
comunione (Romani 12), dovrebbero scaturire dalla conoscenza della posizione
che Dio stesso ha assunto verso la terra ed i suoi abitanti, dato che le
diversità (anche molto notevoli) che si riscontrano e caratterizzano le varie
dispensazioni mi sembrano solo il riflesso del modo con cui Dio deve essere
conosciuto, servito e proclamato.
Credo di capire che nelle vie di Dio Adamo, Noè,
Abramo, Israele, il nostro tempo (Pentecoste-rapimento), gli anni della 'grande
tribolazione' e il regno millenario che seguirà, presentino tempi, cioè
dispensazioni, ben diverse proprio perché caratterizzate dal fatto che i santi,
cioè il popolo di Dio vivente sulla terra, hanno dovuto, debbono e dovranno
viverci o come cittadini o come stranieri.
Nelle dispensazioni nelle quali Dio rivendica i Suoi
diritti sulla terra e li esercita direttamente, tramite il Signore Gesù Cristo
o dandone delega ai Suoi, i santi debbono sentirsi (o come minimo 'sentirsi anche')
cittadini della terra, mentre quando Dio lascia l'esercizio del governo
terreno all'uomo naturale, i veri credenti debbono vivere sulla terra come
stranieri. Questi 'cambiamenti' producono l'effetto di far volgere le speranze
dei credenti anche verso benedizioni terrene, oppure solo verso
benedizioni celesti.
Nel caso di 'noi cristiani' giova ricordare che ci
basta (ci deve bastare) essere imitatori del nostro Signore e Maestro e
accettare di essere trattati come venne trattato Lui (Giovanni 15 da v 18 a 21)
e visto che Lui è stato rifiutato dal mondo, letteralmente 'strappato dalla
terra dei viventi (Isaia 53-8)', se vogliamo veramente imitarLo dobbiamo essere
pronti ad accettare che questo mondo ci rifiuti e perseguiti (1 Pietro 1-1,
2-21, 4-12 a 14 ecc.). Il giorno che Lui affermerà i Suoi diritti sulla terra noi
- e con noi tutti i credenti di tutte le dispensazioni, in corpi terreni o
risuscitati - in armonia con la nuova e
mutata posizione da Lui assunta, giudicheremo il mondo e persino gli angeli (1
Corinzi 6).
Dio, in età diverse, ha scelto di caratterizzarsi come
'il Dio di tutta la terra' ma anche soltanto come 'il Dio del cielo';
è proprio l'indispensabile piena armonia fra la posizione di Dio e quella dei
credenti che li rende 'cittadini oppure stranieri', che li pone in autorità od
in soggezione, che li mette al primo posto oppure li lascia.... senza un posto
dove posare il capo!
(*) Dispensazione: termine insolito che,
salvo errori, compare solo in 1° Timoteo 1-4 e solo nella versione 'Riveduta' (Luzzi),
ma che siamo soliti impiegare per indicare età diverse nelle vie di Dio verso
gli uomini.
Tante disposizioni divine relative alla vita dei santi
sulla terra, se non correttamente collocate nel giusto contesto e tempo possono
apparire in contraddizione fra loro. Ovviamente non esistono contraddizioni
nella Parola di Dio ma, lo ripeto, ai Suoi Dio chiede sempre di assumere il
carattere e comportamento che Lui ha assunto nel dato momento in cui li
ammaestra sul modo di servirLo e onorarLo.
Anticipo ora, e so che lo ripeterò tante volte, che
l'esistenza di dispensazioni diverse non significa modi diversi di ricevere il
perdono o vie diverse per essere salvati, perché non ho dubbi sul fatto che
tutti i salvati, di tutti i tempi, abbiano in comune la 'fede nel Dio che
giustifica l'empio' (Romani 4-4).
(segue nei prossimi giorni...)