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venerdì 2 gennaio 2015

Ponti o scale

Il filosofo Gustavo Thibon ha scritto: ‹Per unire gli uomini, non serve a nulla gettare dei ponti, è necessario rizzare delle scale. Colui che non è salito fino a Dio non ha ancora incontrato suo fratello›.
Il grosso problema di oggi consiste nella difficoltà di unire gli uomini, di ottenere la pace tra di loro. I diplomatici e i negoziatori si impegnano a mantenere i contatti a tutti i costi al fine di evitare dei malintesi, dei conflitti e delle crisi. Purtroppo, però, se si fanno tanti sforzi per stabilire delle relazioni orizzontali tra gli uomini e le nazioni, non c’è nessun interesse di allacciare delle relazioni verticali con Dio. Ed è proprio perché si trascura il contatto con Dio che i contatti tra gli uomini sono così difficili.
La Bibbia, la Parola di Dio, ci fa conoscere l’origine delle guerre e dei conflitti: essi non sono causati solo dalle circostanze esteriori, ma in primo luogo dallo stato del cuore degli uomini. La causa delle dispute è interiore, nel profondo di ciascuno di noi. Una pace basata su negoziazioni diplomatiche sarà sempre una pace fragile e provvisoria.
La pace con Dio è all’origine di ogni pace duratura. È una scala eretta da Dio e non dall’uomo. Il Signore Gesù è sceso dal cielo sulla terra e, mediante il Suo sacrificio, ha posto le fondamenta per la riconciliazione dell’uomo con Dio, e quindi della pace.

Mentre eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del Figlio suo” 
(Romani 5:10).

Egli può allora renderci capaci di amare coloro che ci circondano, anche se sono nostri nemici, e di essere di coloro che si adoperano per la pace.

Beati coloro che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio”   
(Matteo 5: 9).