di: G. Bulleri
Breve storia.
La storia dell'umanità ci insegna che Dio, in varie
occasioni, è intervenuto affermando o riaffermando autorevolmente i Suoi
diritti sulla terra; insegna anche che fin dall'inizio Dio aveva affidato il
governo della terra all'uomo.
Se si trattava di 'credenti' gli uomini dovevano 'governare' solo come
rappresentanti di Dio ma si sono sempre dimostrati inaffidabili, a partire da
Adamo che più che 'credente' era semplicemente in una condizione totalmente
diversa dal resto degli uomini (innocente?); in tutte le altre dispensazioni
Dio ha dovuto rimuoverli e sostituirli.
Ma ci sarà una eccezione, perché l'autorità anche
terrena che il Signore Gesù, l'Uomo perfetto, eserciterà nel Millennio, il Suo
regno definito 'eterno', non cesserà perché Gli verrà tolta ma, superfluo
scriverlo, perché quando avrà ottenuto tutti gli scopi che Dio stesso si è
proposto, e cioè quando avrà manifestato la gloria universale del Suo diletto
Figlio, sarà il Figlio stesso che 'riconsegnerà' il regno nelle mani di
Dio Padre (1 Corinzi 15-24), affinché Dio sia ogni cosa in tutti.
Facciamoci alcune
domande... ed azzardiamo le risposte.
1) Tutte le dispensazioni hanno portata universale,
cioè interessano sempre tutti gli uomini viventi in qualunque luogo della terra
in un dato momento?
Penso proprio di no ed, anzi, che poche dispensazioni,
in pratica, riguardino veramente tutti gli uomini.
- Quella di Adamo prima della caduta avrebbe
certamente riguardato tutti i suoi discendenti... ma è finita ancor prima che lui ed Eva
avessero dei figli.
- Quella del Popolo d'Israele era molto
limitata, dato che Dio non aveva loro affidato una testimonianza da trasmettere
(e imporre) a tutti i popoli della terra.
- L'attuale, cioè quella 'cristiana', avrebbe
dovuto interessare tutti gli uomini, perché inizia proprio con l'ordine di
portare il 'vangelo' in tutto il mondo e con la precisazione di “ammaestrare
tutti i popoli e...insegnare loro a osservare tutte quante le cose che il
Signore ha comandate”. Avrebbe dovuto ma, purtroppo, dopo duemila anni la
maggior parte degli uomini non crede nel Salvatore e nemmeno conosce il nostro
Signore Gesù Cristo.
- L'Evangelo del Regno predicato durante
l'ultima settimana di Daniele e l'Evangelo eterno annunziato nello stesso
periodo sicuramente produrranno una 'maggior conoscenza' ma sarà solo...
- Il
Millennio, cioè il Regno universale del nostro Signore, l'unica
dispensazione di cui si possa e debba dire che “la conoscenza del Signore riempirà
la terra (Isaia 11-9).
2) Ci sono dispensazioni iniziate con il carattere di
cittadini e terminate da stranieri? Credo che si
debba rispondere SI.
A causa dell'infedeltà di coloro ai quali Dio aveva
affidato il 'Governo della terra' troviamo, ad esempio in Israele,
che inizialmente quel popolo 'agisce in Nome di Dio, L'Eterno degli eserciti',
spiccatamente come cittadino della terra, ma questo carattere non è
rimasto invariato fino alla venuta (nascita) del Signore.
Come è vero che Israele inizialmente domina su molti
popoli, è temuto e vincitore (Deuteronomio 28. vv, 12 a 14), a causa della
propria infedeltà perde questa posizione e diviene dominato da molti popoli,
messo in coda a tutti, deriso, vinto (seguito di Deuteronomio 28); tanto che
leggiamo in Ebrei 11 che per fede (la stessa fede ma in tempi diversi)
alcuni conquistarono regni mentre altri vennero lapidati, segati ecc.
Qualcosa di molto simile può essere detto del mondo
dopo il diluvio. Noè non ha saputo rappresentare Dio nel mondo 'purificato dal
giudizio' che Egli gli aveva assoggettato, così che anche quella dispensazione
iniziata col carattere di 'cittadini' presto assume quello di 'stranieri'. La
chiamata di Abramo ne è la chiara conferma.
Abbiamo allora trovato diverse dispensazioni iniziate
da cittadini che, col tempo, hanno assunto il carattere di stranieri; mai il
contrario.
3) Ci sono dispensazioni 'personali' o di gruppo'?
Anche alla terza domanda mi sembra che si potrebbe
rispondere... Si. Lo considero un aspetto molto delicato ma veramente tranquillizzante,
che ti prego di esaminare con molta attenzione, perché ovviamente spiegherebbe
come sia stato e sia possibile che la fede di singole persone, o di gruppi di
persone, che hanno una diversa conoscenza di Dio (facilmente comprensibile se
pensiamo a persone viventi in luoghi diversi o male ammaestrati- vedi anche capitolo
6) si manifesti con azioni che differiscono da quelle di coloro che
hanno, in quel dato momento, maggior consapevolezza del carattere divino da
rappresentare nella loro testimonianza davanti agli uomini.
Ho dato per scontato che la fede sia sottomissione a
Dio e che dovrebbe essere manifestata cercando di adeguare la propria vita a
quello che di Dio ciascuno conosce.
E' probabile che Abramo e Giobbe fossero
'contemporanei' ed è certo che anche Giobbe avesse delle nozioni sulla volontà
di Dio (Giobbe 42-5).
Eppure sembra ovvio che la luce concessa ad Abramo
fosse enormemente maggiore. Giobbe, i suoi amici ed in genere gli abitanti di
Luz nel tempo di Giobbe 'avevano solo sentito parlare di Dio'. Da chi? Dai
discendenti (figli, nipoti, pronipoti) di Noè? Sicuramente molte cose erano
state 'tramandate' ma leggendo il Libro di Giobbe sembra che lui avesse, ed
essi avessero, conoscenza di Dio pervenuta anche da altre fonti, forse più
vaghe. A me sembra che gli uomini timorati di Dio che vivevano nel tempo e
nella zona dove viveva Giobbe 'avessero adeguato' il loro comportamento a
quello che di Dio avevano 'sentito dire'.... e se questa riflessione è corretta
diventa evidente che mentre Abramo viveva 'come straniero' nella
terra promessa, Giobbe, nel suo Paese,
ci viveva 'come cittadino'.
Sono spinto a scrivere questo lungo paragrafo sperando
(ripeto che è un pensiero che mi fa molto piacere) di aver ben capito questo
argomento, perché mi sono spesso chiesto come sia stato possibile (e come possa
esserlo oggi) che 'uomini famosi', anche capi di stato, con una bella
testimonianza della loro fede, abbiano occupato posti, dato ordini e compiuto
azioni che 'un cristiano' illuminato sulla volontà di Dio, non dovrebbe
permettersi.
Ripeto ancora di essere pienamente convinto che oggi
noi credenti dobbiamo vivere da 'stranieri' in questo mondo ma questa
convinzione non mi impedisce di 'accettare' che Dio stesso, per raggiungere
scopi che lascio alla Sua saggezza, possa collocare un vero credente, un Suo
strumento, in una particolare posizione e usarlo come Lui si è proposto.
Ad esempio mi sembra che Ester si sia trovata a corte,
Regina, per servire un disegno di Dio, non certamente perché le donne ebree
avessero avuto da Mosè l'ordine d'unirsi ad un re pagano. Il fatto che nel
Libro di Ester il Dio di Israele non venga mai menzionato rinforza la
convinzione che Mardocheo ed Ester 'lavoravano per Lui' ma non Lo
rappresentavano.
Probabilmente in questi casi (oggi) è sufficiente che
Dio non illumini quei credenti sul 'carattere della dispensazione in cui
vivono', lasciandoli così vivere ed agire da 'cittadini della terra'.
In apocalisse 2-24
il Signore stesso attesta che a quei credenti, che non avevano conosciuto
'certe cose' Egli non imponeva altro peso, e se i pesi non li mette Lui
guardiamoci bene dal metterli noi.
Come cristiano non giustifico la partecipazione alla 'politica', o la
'carriera militare', ancor meno le guerre anche se dichiarate per un buon fine
terreno, ma fermo restando che noi non dobbiamo parteciparvi, proprio perché
conosciamo la volontà di Dio per il nostro tempo, è bello imparare a 'non
giudicare' i domestici Altrui (Romani 14-4) e sperare sempre che quei nostri
fratelli e sorelle (sono la stragrande maggioranza dei cristiani) che si
trovano... dove non dovrebbero trovarsi... possano servire Dio in piena
sincerità di cuore.
(segue nei prossimi giorni...)