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domenica 17 marzo 2024

La forma e la potenza

“Allora gli uomini d'Israele dissero a Gedeone: Regna su noi, tu, tuo figlio e il figlio del tuo figlio, poiché ci hai salvati dalla mano di Madian. Ma Gedeone rispose loro: ‘Io non regnerò su di voi, né mio figlio regnerà su di voi; Il Signore è colui che regnerà su voi! ” (Giudici 8:22,23).


Il Signore Gesù non ha permesso che i Giudei lo proclamassero re (Giovanni 6:15). Egli è venuto nel nome di suo Padre e come tale il popolo non l'ha voluto ricevere (Giovanni 5:43); il Signore quindi non ha accettato di essere ricevuto nel suo proprio nome. È una cosa ben diversa essere ricevuto nel proprio nome ed essere ricevuto nel nome di Dio.

Quando gli viene proposto di diventare re, Gedeone non vuole prendere la posizione di autorità che spetta solo all'Eterno, poiché sa bene che se le aspettative del popolo si basano sull'uomo ne derivano solo debolezza e disonore; ma quando è l'Eterno l'unico appoggio vi sono forza e benedizione.

Non è forse questo il principio che si trova in tutto il Nuovo Testamento? Paolo annulla se stesso. Per quanto fossero elevate le rivelazioni che aveva ricevuto dal Signore, per quanto estesa fosse la sua conoscenza, invece di mettere se stesso in evidenza, dice: “Che cos'è dunque Apollo? E che cos'è Paolo? Sono servitori, per mezzo dei quali voi avete creduto; e lo sono nel modo che il Signore ha dato a ciascuno di loro. Io ho piantato, Apollo ha annaffiato, ma Dio ha fatto crescere”.

E ancora: “Nessuno dunque si vanti degli uomini, perché tutto vi appartiene: Paolo, Apollo, Cefa” (1 Corinzi 3:4-6 e 21-22). Se si fosse messo in evidenza, non si sarebbe più potuto vedere Cristo nel suo ministerio e nella sua vita.

Questo principio, valido per Gedeone come per Paolo, vale anche per tutti quelli che agiscono per fede. È un segno di crescita nella grazia quando magnifichiamo il nome del Signore Gesù; anche se per questo bisogna che i nostri nomi siano sminuiti sia davanti ai credenti che davanti al mondo, prendendo tutto il biasimo su noi stessi e dando al Signore tutto il merito. “Chi si vanta, si vanti nel Signore!” (2 Corinzi 10:17).

Che bel quadro ci avrebbe mostrato la storia di Gedeone se si fosse fermata qui. Nessuno è perfetto, eccetto il Signore; Egli è il vero Gedeone, il vero Sansone, il vero Davide. Così, alla fine del capitolo, vediamo il declino dopo il risveglio; un declino rapido, causato da Gedeone stesso.

“Poi Gedeone disse loro: Una cosa voglio chiedervi: che ciascuno di voi mi dia gli anelli del suo bottino". Egli desiderava fare una specie di monumento per ricordare la vittoria. Ma quegli anelli facevano parte del bottino del trionfo riportato dall'Eterno, e non da lui. “Quelli risposero: Li daremo volentieri. E stesero un mantello, sul quale ciascuno gettò gli anelli del suo bottino. Il peso degli anelli d'oro che egli aveva chiesto fu di millesettecento sicli d'oro… Gedeone ne fece un efod, che pose in Ofra, sua città; e tutto Israele si prostituì al seguito di quello, ed esso diventò un'insidia per Gedeone e per la sua casa” (Giudici 8:24-27).

L'uomo cerca sempre il modo di perpetuare il successo di un certo momento. Nemmeno una benedizione ricevuta la si può prolungare, perché tutto dipende dai piani di Dio e da come noi permettiamo allo Spirito Santo di agire in noi e nella nostra vita. Se noi cerchiamo, come Gedeone, di garantircela con altri metodi, facciamo un "efod". Se tentiamo di prolungarla, di salvaguardarla per altri o per quelli che verranno dopo di noi, in pochissimo tempo, persa la potenza, non rimarrà che la forma. E così adoreremo la forma, anziché Dio, proprio come fecero gli Israeliti per i quali l'efod di Gedeone prese il posto che spettava solo all'Eterno.

Che cos'è una serie di princìpi, anche se scritturali, e di dottrine corrette, se non c'è più la potenza dello Spirito? Solo la potenza dello Spirito Santo può assicurare una benedizione perpetua.

Non possiamo salvaguardare la verità divina coi nostri sistemi umani. Essi possono anche scaturire da un sentimento di amore per il Signore, ma in fondo manifestano una mancanza di dipendenza da Dio. L'energia dello Spirito era all'opera in Gedeone, ma quando è venuta a mancare, è stato proprio lui ad aprire a Israele la via del ritorno all'apostasia.

La restaurazione è durata finché è durata l'energia della fede individuale; e così è anche oggi per noi. 

Così Madian fu umiliato davanti ai figli d'Israele e non alzò più il capo; e il paese ebbe pace per quarant'anni, durante la vita di Gedeone. Ierubbaal, figlio di Joas, tornò ad abitare a casa sua… Poi Gedeone, figlio di Joas, morì molto vecchio, e fu sepolto nella tomba di Joas suo padre, a Ofra degli Abiezeriti. Dopo la morte di Gedeone, i figli d'Israele ricominciarono a prostituirsi agl'idoli di Baal, e presero Baal-Berith come loro Dio. I figli d'Israele non si ricordarono del Signore, loro Dio, che li aveva liberati dalle mani di tutti i loro nemici che li circondavano; e non dimostrarono nessuna gratitudine alla casa di Ierubbaal, ossia di Gedeone, per tutto il bene ch'egli aveva fatto a Israele” (Giudici 8:28-35).

A che cosa era servito l'efod? Le liberazioni dell'Eterno sono state ugualmente dimenticate. L'Eterno stesso è stato dimenticato; ed anche Gedeone e la sua famiglia. L'efod non aveva assolutamente svolto la funzione per la quale certamente Gedeone l'aveva voluto. 

Dobbiamo fare attenzione. La cosa importante non è dare la preminenza a una dottrina particolare, ma cercare la presenza costante dello Spirito Santo.

Ricordiamoci che è lo Spirito Santo che reprime la carne. Se io metto in evidenza qualche cosa, questa cosa diventa l'oggetto della mia attenzione, al posto del Signore; ed è invece la sua gloria che deve avere la preminenza. Con quale rapidità la Chiesa si è allontanata da Dio, anche ai tempi di Paolo! "Tutti cercano i loro propri interessi, non quelli di Cristo Gesù” (Filippesi 2:21).