L'uomo è una creatura alla ricerca incessante di qualche cosa. Per costituzione la sua mente non è capace di riposo; l'ignoto lo attrae, la sua fame di sapere è insaziabile, la sua vita è un viaggio disseminato di scoperte. L'uomo indaga, ricerca. I tanti perché della sua fanciullezza continuano a martellargli le tempie anche quando sono grigie. Ma quando la mente dell'uomo comincia ad occuparsi di Dio è sconcertata; barcolla nel buio, vaga in una terra sconosciuta, si sente perduta. Non c'è da sorprendersi che sia così perché Dio è un essere immortale, infinito, mentre noi siamo essere mortali e finiti. Egli è totalmente al di là delle nostre capacità e per tale ragione il nostro intelletto, pur essendo uno strumento meravigliosamente efficiente in altri settori, in questo campo non può darci un aiuto; non può elevarsi sino all'intelletto infinito di Dio, né è capace di gettare un ponte sull'immenso vuoto che ci separa da lui.
“Puoi forse scandagliare le profondità di Dio, arrivare a conoscere appieno l'Onnipotente?” Giobbe 11:7.
E' impossibile e così sarebbe sempre stato se Dio stesso non vi avesse posto rimedio. L'uomo sarebbe rimasto per sempre agnostico e si sarebbe domandato come Ponzio Pilato: “che cos'è verità?” (Giovanni 18:38) senza aspettarsi nessuna risposta e senza nemmeno sperare di riceverne e come gli Ateniesi avrebbe forse adorato un dio sconosciuto (Atti 17:23). Ma Dio ha parlato ha preso l'iniziativa di rivelare se stesso.
“Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi. Egli, che è splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi” Ebrei 1:1-3.
Oggi Dio non è tangibile, né visibile, né udibile (in modo diretto). Tuttavia vi è stato un tempo in cui Egli ha scelto di parlare e di rivestire se stesso di un corpo che poteva essere veduto e toccato .
“Quel che era dal principio, quel che abbiamo udito, quel che abbiamo visto con i nostri occhi, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato della parola della vita (poiché la vita è stata manifestata e noi l'abbiamo vista e ne rendiamo testimonianza, e vi annunziamo la vita eterna che era presso il Padre e che ci fu manifestata), quel che abbiamo visto e udito, noi lo annunziamo anche a voi” 1 Giovanni 1:1-3.
Testimoni oculari hanno parlato di questo, Dio ha voluto che scrivessero ciò che avevano visto e toccato. La Scrittura non si riduce solo a dichiarare che Dio ha parlato, ma afferma che Dio ha agito. Ha preso l'iniziativa e ha agito. Nessun altra religione del mondo può reggere il paragone con il messaggio di Dio che amò dei nemici che si abbassò a cercare l'uomo in un mondo di peccatori perduti, e che morì per essi. Un messaggio del genere non sarebbe stato concepibile a nessuna mente umana. No! È Dio che parla rivela il suo amore che è talmente grande da risultare incomprensibile e che afferma però anche: “il SIGNORE! il Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira, ricco in bontà e fedeltà... che perdona l'iniquità, la trasgressione e il peccato ma non terrà il colpevole per innocente”.
“Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori” Ebrei 4:6.